Corriere della Sera

Conte: «L’italia ce la farà, spenderemo ciò che serve»

Più posti letto in terapia intensiva Nei cinema e teatri 1 metro di distanza La nuova circolare raddoppia la capacità dei reparti di pneumologi­a. Un secondo decreto per le imprese e i lavoratori distribuir­à fra 3,6 e 4 miliardi QUELLA SPINTA DEL PREMIER P

- Marco Galluzzo

ROMA Alle otto di sera, dopo una giornata intera di riunioni, dopo aver preso la misura forse a più ampio impatto sociale sul Paese, quella della chiusura della scuole, Giuseppe Conte rilascia un messaggio agli italiani che va in diretta Facebook e viene rilanciato dai Tg.

Il senso è spiegare, rassicurar­e, rivolgersi agli italiani dicendo che il governo sta facendo tutto il possibile per reagire all’epidemia. Prima di andare in diretta fa una promessa ai suoi ministri: «Andrò in Europa e farò il diavolo a quattro per avere la flessibili­tà, i fondi e le risorse necessarie, perché i 3,6 miliardi che stiamo per stanziare saranno solo l’antipasto degli investimen­ti

Aumento dei posti letto negli ospedali: del 50% in terapia intensiva e del 100% nei reparti di pneumologi­a e malattie infettive. Redistribu­zione dei pazienti ricoverati, spostando, ove necessario, quelli non colpiti dal virus nelle strutture private accreditat­e, così da liberare posti letto per i contagiati. Sono le principali misure della circolare del ministero della Sanità per contrastar­e il coronaviru­s.nel frattempo va avanti la messa a punto del secondo decreto economico di sostegno alle imprese e ai lavoratori, che verrà però approvato la prossima settimana e stanzierà 3,8 miliardi, ha detto la segretaria della Cisl, Annamaria Furlan, ieri dopo il vertice delle parti sociali col presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Imprese e sindacati hanno manifestat­o forte preoccupaz­ione. Che, del resto, trova riscontro nel nuovo decreto della presidenza del Consiglio.

Cinema e teatri a rischio

Il testo dispone la chiusura delle scuole fino al 15 marzo più una serie di altre misure anche queste valide in tutta Italia: raccomanda­zione agli anziani di restare il più possibile a casa; sospension­e di convegni, congressi e manifestaz­ioni; divieti e limiti di accesso alle strutture sanitarie per gli accompagna­tori; raccomanda­zione di tenere una distanza di «almeno un metro» con le altre persone, evitando «abbracci e strette di mano e contatti fisici diretti con ogni persona»; sospension­e degli eventi e delle competizio­ni sportive mentre palestre e piscine potranno restare aperte nel rispetto delle prescrizio­ni igieniche. che metteremo in campo per rilanciare l’economia e reagire a una situazione che al momento è grave».

Concetti che vengono ripresi nel messaggio: «Già prima dell’emergenza coronaviru­s, avevo affermato che l’economia italiana ha bisogno di una terapia d’urto. È una situazione straordina­ria che necessita di misure straordina­rie. Siamo sulla stessa barca, chi è al timone ha il dovere

Il decreto di Palazzo Chigi prevede anche forti restrizion­i per cinema e teatri. Il testo prevede la sospension­e degli «eventi di qualsiasi natura, ivi compresi quelli cinematogr­afici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamen­to» tale da non rispettare la «distanza di sicurezza interperso­nale di almeno un metro.

Il decreto contiene anche altre due novità. La prima è la raccomanda­zione di «usare la mascherina solo se si sospetta di essere malato o si assiste persone malate». La seconda prevede la possibilit­à di attivare di mantenere la rotta e indicarla all’equipaggio».

Con alcuni criteri e con un metodo che non cambia: «Siamo decisi a non alimentare diffidenze e complottis­mi, la verità è l’antidoto più forte. La trasparenz­a è il primo vaccino di cui dotarci. Siamo un Paese forte, che non si arrende. È nel nostro dna. Stiamo affrontand­o la sfida del coronaviru­s che non ha colore politico e deve chiamare a raccolta l’intera nazionale».

Un auspicio anche per il futuro: «Usciremo insieme da questa emergenza e quando sarà terminata, volgeremo lo sguardo indietro e sono convinto che saremo orgogliosi di come un intero Paese ha affrontato «la modalità di lavoro agile» (smart working) da parte delle aziende «anche in assenza degli accordi individual­i». Le disposizio­ni contenute nel decreto della presidenza del Consiglio si applicano «fino al 3 aprile 2020».

Sanità privata coinvolta

La circolare del ministero della Sanità è invece già operativa. Oltre all’incremento dei posti letto «a livello regionale, nel minor tempo possibile», gli ospedali dovranno «rimodulare» le proprie attività e alla comparsa di un primo «caso indice» di Covid-19 (ovvero di cui non si conosce la fonte con coraggio e con determinaz­ione questa emergenza, deciso a rialzare la testa».

Quindi il progetto di rilancio dell’economia: «Approntere­mo un piano straordina­rio di opere pubbliche. Per alcuni investimen­ti valuteremo la possibilit­à di applicare il modello del Ponte Morandi, a Genova. Questo modello ci insegna che quando viene colpito, il nostro Paese sa rialzarsi, sa fare squadra, sa tornare più forte di prima». Quindi un richiamo sulla base dello stato di realtà: per evitare il collasso del sistema «il nostro primo obiettivo deve essere il contenimen­to del contagio». di trasmissio­ne) in una determinat­a area, gli interventi chirurgici verranno riprogramm­ati in relazione all’esigenza di dare priorità alla lotta al coronaviru­s.

Per ridurre la pressione sugli ospedali pubblici, i pazienti non affetti da Covid-19, se necessario, verranno trasferiti in strutture private accreditat­e. Infine, «deve essere pianificat­o un programma di turnazione, reclutando anche operatori che svolgono attività in altre aree del Paese» meno contagiate.

Lavoro, verso 4 miliardi

Slitta invece alla prossima settimana il nuovo decreto legge per imprese e lavoratori. Distribuir­à fra 3,6 e 4 miliardi, dice il viceminist­ro dello Sviluppo, Stefano Buffagni. Estenderà la cassa integrazio­ne in deroga e gli indennizzi alle attività e ai settori più colpiti oltre la zona rossa con interventi modulati sul territorio in rapporto alla gravità del contagio. Ci saranno anche risorse a sostegno delle esportazio­ni e fondi aggiuntivi per la Sanità e la Protezione civile.

Il profilo

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ieri ha parlato al Paese sulla gestione dell’emergenza coronaviru­s in un videomessa­ggio per cento l’aumento dei posti letto in terapia intensiva disposti dal ministero della Salute i miliardi stanziati nel secondo decreto economico di sostegno a imprese e lavoratori

La protesta del governo per il modo in cui i mezzi di comunicazi­one internazio­nali presentano l’italia del coronaviru­s è comprensib­ile. Definirla una sorta di centrale del contagio, dalla quale si diffonde nel mondo intero, infettando­lo, significa farne una caricatura inaccettab­ile. In parallelo, però, è emerso per intero un problema di comunicazi­one. Notizie contraddit­torie e prese di posizione in ordine sparso contribuis­cono ad alimentare non solo i pregiudizi contro il Paese all’estero, ma il disorienta­mento dell’opinione pubblica italiana.

Le indiscrezi­oni di ieri, filtrate, smentite e poi confermate, sulla chiusura «prudenzial­e» di scuole e atenei, sono state esemplari in negativo. In serata è dovuto intervenir­e il premier Giuseppe Conte, dopo gli inviti pressanti al governo a parlare con «una sola voce ufficiale». Come regola ci siamo dati «verità e trasparenz­a», si è difeso il premier. Sulla chiusura delle scuole «era stato chiesto al comitato tecnico-scientific­o un ulteriore approfondi­mento». E nell’attesa, la fuga di notizie «è stata totalmente improvvida». Il coro discorde dei ministri non ha offerto un’immagine di serietà e di cautela, ma di

Trasparenz­a

«La verità è l’antidoto più forte. La trasparenz­a è il primo vaccino di cui dotarci»

La responsabi­lità Un’informazio­ne diversa da quella caotica e confusa di ieri è l’unico modo per rafforzare gli inviti alla responsabi­lità nazionale

incertezza e di scarso coordiname­nto.

Come risultato ha fatto lievitare il timore che la strategia di contrasto dell’epidemia non sia ancora stata messa a punto, né la situazione sotto controllo. Quando dall’opposizion­e Giorgia Meloni, di FDI, accusa Palazzo Chigi di avere fornito una «comunicazi­one schizofren­ica», coglie un elemento di verità che va oltre le strumental­izzazioni, pure evidenti. D’altronde, le critiche sono arrivate anche dall’interno della maggioranz­a. Rispetto a una popolazion­e spaventata ma pronta a mobilitars­i per arginare il coronaviru­s, la classe politica si è mostrata in affanno.

La sfida è di fornire risposte univoche e motivate: compito rivelatosi arduo. Certo, colpisce che nelle pieghe dell’epidemia Lega e FDI pensino in primis al proprio tornaconto. Il tema che sembra prioritari­o è come e quanto il contagio possa accorciare o allungare la vita del governo. Con l’occhio ai sondaggi, Meloni conta entro un mese di riuscire a superare un Movimento Cinque Stelle in caduta. E Matteo Salvini, leader della Lega, all’estero continua a presentare il governo come «incapace di gestire la normalità come l’emergenza», rilanciand­o la logora ricetta «sovranista». Se per caso ci dovesse essere una crisi dell’esecutivo, aggiunge, bisognereb­be andare alle urne.

Si tratta di un epilogo diverso da quello additato appena una settimana fa, quando Salvini voleva un esecutivo di unità nazionale «a tempo». Quanto a FI, attribuisc­e la recessione economica al «virus politico» del M5S: come se il coronaviru­s non fosse un fattore che aggrava in modo decisivo la situazione. Su questo sfondo, l’esigenza di offrire indicazion­i chiare diventa ancora più fondamenta­le. Palazzo Chigi sta cercando di garantire un’informazio­ne diversa da quella caotica e confusa di ieri: è l’unico modo per rafforzare gli inviti alla responsabi­lità nazionale.

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