Olga, la 18enne che sfida Putin: non mi fermeranno
Diciotto anni e il coraggio di sfidare il potere. Olga Misik, attivista russa per i diritti civili è la protagonista della copertina del nuovo numero di 7, il magazine del Corriere domani in edicola e su digital edition.
Lo scorso luglio le foto di Olga che legge la Costituzione russa seduta per terra davanti ad agenti di Polizia in tenuta anti-sommossa hanno fatto il giro del mondo. Il volto della ragazza è tra i simboli di un nuovo attivismo. C’è chi la paragona a Greta Thunberg, qualcosa le unisce, ma lei rischia di più. Negli ultimi mesi è stata bloccata tre volte dalla polizia e ha accumulato una decina di denunce per manifestazioni non autorizzate e danneggiamento. Potrebbe finire in prigione in qualsiasi momento con accuse ancora più gravi.
Intervistata da Fabrizio Dragosei, Misik ammette: «Nella mia sfida a Putin ho raggiunto il punto di non ritorno. Ormai sono una risorsa del movimento e non posso sprecare l’influenza che ho sulla gente. Sono conosciuta e le persone mi stanno a sentire».
Olga studia giornalismo all’università Mgu di Mosca, negli scatti realizzati per 7 da James Hill indossa una maglietta con l’ edificio staliniano del suo ateneo. La madre approva molte delle sue iniziative, il padre no: con lui i rapporti si sono interrotti. È portavoce di una generazione nata e cresciuta con i governi di Putin, ragazzi che non hanno conosciuto altra Russia. Protestano contro le repressioni, i salari bassi, la corruzione. «Il senso di quello che facciamo non è distruggere tutto, fare tabula rasa», spiega. «Noi vogliamo creare un sistema — insiste Olga — che funzioni, che sia onesto. Vogliamo che le persone efficienti prendano il posto degli incompetenti nei ruoli di grande potere. Non è vero che il sistema attuale ha portato stabilità come molti vanno ripetendo. Ha portato incompetenza, repressione e furti».
Nella sezione blu del settimanale del Corriere della Sera, dedicata alle vite private, c’è un altro incontro: quello tra la scrittrice Teresa Ciabatti e Ginevra Elkann. La regista, nipote di Gianni Agnelli, parla del suo film Magari. Una pellicola autobiografica «nelle emozioni e nei sentimenti», la storia di tre fratelli costretti a passare del tempo con il padre che non vedono da tempo. «Sono bambini fuori posto e fuori stagione — racconta Elkann — proprio come lo siamo stati io e i miei fratelli».