Corriere della Sera

Ynap, Marchetti lascia il ruolo di ceo Arriva il piano di succession­e

- Corinna De Cesare Rita Querzè

Il «geek of chic» lascia. Federico Marchetti, fondatore di Yoox, lascia la guida dell’azienda che lui stesso ha fondato nel 1999 fino a farla diventare l’unico unicorno italiano (le società nate grazie alla Rete e la cui valutazion­e è superiore al miliardo di dollari). Il suo contratto scade, per la precisione, nel 2021 ma il piano di succession­e è avviato. Come ha spiegato lui stesso al «Women’s Wear Daily«, la «bibbia della moda»: «Abbiamo iniziato le primissime fasi del piano di succession­e per l’amministra­tore delegato di YNAP — ha precisato — che prevede che io rimanga con il ruolo di presidente per assicurare una transizion­e graduale e creare tutte le condizioni per il successo del futuro ad».

Nel 2015 Yoox è diventata Yoox Net a porter, e oggi fa parte del gruppo Richemont che all’epoca dell’acquisizio­ne ha valutato l’azienda 6 miliardi di euro. «È stato un viaggio straordina­rio durato vent’anni...ed è solo l’inizio! I love Yoox Net a Porter e darò sempre

● Federico Marchetti, 50 anni, fondatore di Yoox, lascia il ruolo di Ceo di Ynap passato a Richemont l’anima per guidare i nostri team in questa transizion­e e garantire il successo del nostro gruppo nel futuro» ha scritto Marchetti su Instagram commentand­o la notizia pubblicata da Wwd. Al Corriere aveva di recente riservato un nostalgico ricordo degli esordi: «Io ho cominciato con un finanziame­nto di 3 miliardi di lire. Ora sarebbe impensabil­e. Nel ‘99 non avevamo competitor, siamo stati i primi a creare il binomio moda-ecommerce. È stato un vantaggio competitiv­o enorme». Nel 2012 Yoox finisce sul New Yorker e Marchetti diventa ufficialme­nte «the geek of chic». Una definizion­e, quella di John Seabrook, che Marchetti si è portato dietro e che lui stesso, ancora oggi, ricorda con affetto. Nel 2018, quando le vendite di Ynap ammontavan­o a due miliardi di euro, Richemont ha preso il controllo di Ynap delistando­la da Milano e aprendo un nuovo capitolo della storia del gruppo. Ora la succession­e. non avverrà, AM potrà recedere dal contratto pagando 500 milioni. Quinto: i livelli occupazion­ali si fermeranno a regime a 10.700 lavoratori e non prevedono quindi il reintegro dei circa 1.700 lavoratori oggi in capo a Ilva in amministra­zione straordina­ria. Sesto: al maggio 2022 Arcelor Mittal potrebbe sfilarsi dall’impegno all’acquisto nel caso in cui ci fossero ancora sequestri penali pendenti, non fosse integrato il piano ambientale o non fosse siglato l’accordo sindacale.

A Fim, Fiom, Uilm e ai confederal­i non piace l’idea di essere chiamati a ratificare un’intesa «in cui di fatto non si sa nemmeno chi sia la proprietà visto che si parla di investitor­i che a oggi non sono noti». «Riteniamo non chiara la strategia del governo in merito al risanament­o ambientale — aggiunge una nota congiunta di Cgil Cisl Uil e di Fiom, Fim e Uilm — come del resto le prospettiv­e industrial­i e occupazion­ali del gruppo siderurgic­o».

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