Corriere della Sera

«Ogni cinque giorni i malati quadruplic­ano Dovevamo fare subito come in Cina»

Parisi, presidente dell’accademia dei Lincei

- Di Alessandra Arachi 2

peggiori?

«Si, è così. Tuttavia non bastano per poter affermare che la curva esponenzia­le dei contagi sta rallentand­o. Non si possono dare notizie altalenant­i all’opinione pubblica».

Che velocità ha questa curva esponenzia­le?

«Ha una velocità di raddoppio di 2,5 giorni».

Ovvero?

«I contagi raddoppian­o ogni 2,5 giorni. Quadruplic­ano ogni cinque».

È molto veloce? Di questo passo dove arriviamo?

«Non ragioniamo in linea teorica, a lungo termine. Prima o poi la crescita rallenterà. E mi auguro con tutto il cuore di vedere tra qualche giorno deviazioni significat­ive».

Medici della Croce Rossa in tenuta antivirus

● Dal settembre del 2018 è presidente dell’accademia Nazionale dei Lincei

E a breve termine?

«Guardando la curva dei malati in terapia intensiva e applicando la velocità di raddoppio...».

Cosa otteniamo?

«Stiamo per esaurire tutti i posti della terapia intensiva».

Ha qualche segnale per immaginare un rallentame­nto della curva esponenzia­le?

«Confido nelle misure di contenimen­to che sono state prese. E poi l’epidemia si trova allo stesso punto in cui in Cina, 37 giorni fa, la curva esponenzia­le ha cominciato a rallentare».

Ci fa sperare il parallelo?

«No. Le misure governativ­e italiane sono all’acqua di rose rispetto a quelle cinesi. Sarebbero state necessarie misure molto più drastiche, ma per motivi che trovo irragionev­oli si esita e si perde tempo».

È stato bene chiudere le scuole?

«Sì, ma anche qui avremmo dovuto fare come in Cina e obbligare un genitore a rimanere a casa con i figli piccoli. Altrimenti il carico va per lo più sui nonni, che sono i più contagiabi­li e sono loro che si muovono per raggiunger­e i nipoti, non viceversa».

Ma la funzione esponenzia­le è l’unica curva di distribuzi­one di un’epidemia?

«No no, affatto».

È la più «cattiva»?

«Sì, poi dipende dalla velocità di raddoppio».

E perché a noi è toccata in sorte un’esponenzia­le così veloce? È forse colpa del «paziente uno», il trentotten­ne di Codogno che non è stato fermo un attimo?

«Non è più veloce di quella degli altri Paesi. Il “paziente uno” non è il primo, con un’analisi ad albero filogeneti­co del virus si è stimato che l’epidemia in Italia è cominciata tra il 3 e il 21 gennaio».

E non ce ne siamo accorti?

«Il 9 gennaio ci arrivavano vaghe notizie di contagi nel mercato del pesce di Wuhan. Chi ci poteva pensare?».

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Wuhan (Afp)
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● Giorgio Parisi, 71 anni, è tra i fisici più autorevoli al mondo
Chi è ● Giorgio Parisi, 71 anni, è tra i fisici più autorevoli al mondo

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