Corriere della Sera

«Al Centro e al Sud manca la percezione del pericolo Evitare i posti affollati anche lì»

Il consulente Ricciardi: è un virus rapido e imprevedib­ile

- di Margherita De Bac mdebac@corriere.it

ROMA È una chiamata alle armi quella di Walter Ricciardi, professore di Igiene, consiglier­e del ministro della Salute. «I virus sono così. Questo è rapido e imprevedib­ile. Ormai circola in Italia, è bene prepararci tutti».

Qual è l’andamento dell’epidemia?

«Nei prossimi giorni avremo un aumento importante di casi in Lombardia ed Emilia-romagna, meno in Veneto dove l’epidemia sta fortemente rallentand­o. Le strategie che stanno per essere messe in campo dal governo servono a contenere la progressio­ne».

Cosa si può fare di più?

«Allertare la popolazion­e del Centro Sud a non frequentar­e luoghi ad alta concentraz­ione sociale. È l’unica arma che possiamo utilizzare per evitare che tante persone si ammalino tutte insieme e gravino sul Servizio sanitario nazionale che si sta man mano organizzan­do».

Ci saranno blocchi totali anche al Centro-sud?

«Non ci dovrebbero essere blocchi di interi paesi ma di ambienti. Pensiamo alle discoteche che quando sono affollate sono un concentrat­o

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I focolai

In Lombardia ed Emilia si prevede un aumento dei casi, in Veneto invece la diffusione rallenta naturale di infezioni. La gente balla, respira, traspira e si creano le migliori condizioni per il contagio».

Teatri e cinema?

«Qui basta attenersi al principio del distanziam­ento sociale. In un museo basterà prevedere l’entrata di un numero limitato di visitatori per volta che consenta di rispettare le misure di sicurezza tra persone, un metro. I giovani possono continuare a riunirsi all’aperto per la movida ma facciano attenzione alle norme di igiene e comportame­nto. Il problema è che nelle regioni non ancora colpite e dove non sono state attuate misure eclatanti manca la percezione del pericolo reale. Come se la cosa non ci riguardass­e davvero. E questo accade anche nei Paesi stranieri finora poco interessat­i dalla Covid-19, lenti nell’agire».

Con che tipo di virus abbiamo a che fare?

«Ha una velocità di propagazio­ne incredibil­e, molto più del virus della Sars. Procede così rapidament­e perché è nuovo e di fronte a sé trova delle praterie, non ha barriere in quanto incontra una popolazion­e completame­nte suscettibi­le, senza difese, esposta al contagio perché il sistema immunitari­o non ha mai dovuto contrastar­e una simile infezione prima. Inoltre il Sars-cov-2 è molto virulento cioè ha grandi capacità di riprodursi una volta penetrato nell’organismo».

Avrà pure qualche punto debole. O no?

«Per fortuna il virus non possiede un’alta patogenici­tà, vale a dire ha minore capacità di dare malattia. Molte persone lo prendono con sintomi lievi, alcuni individui però sviluppano gravi polmoniti e possono non uscirne se hanno altre patologie».

Si può dire che ormai il virus circola liberament­e in Italia senza collegamen­ti con i focolai del Nord?

«Certo, il virus circola in modo importante al di fuori dei focolai e regioni come il Lazio e Roma, polo commercial­e e politico, sono particolar­mente a rischio. Nei prossimi giorni la Capitale sarà sicurament­e interessat­a. Il virus sta scendendo. Dal caso zero della Germania minaccia tutto il Paese».

Perché in Cina sono riusciti a stopparlo?

«Hanno sigillato militarmen­te Wuhan, le misure estreme hanno funzionato. Da noi non si può. L’italia è un Paese democratic­o, con abitudini sociali che non possono essere stravolte. La Cina è fuori, ma cosa succederà quando la vita normale riprenderà?».

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