Corriere della Sera

IL CASO WOODY ALLEN, QUANDO LA STUPIDITÀ SI UNISCE AL FANATISMO

- di Pierluigi Battista

Quando la stupidità si unisce e si somma al fanatismo, la miscela esplosiva che se ne ricava sarà particolar­mente letale. La decisione del gruppo Hachette di non pubblicare, anzi di mandare al macero, la biografia di Woody Allen accoglie in pieno le proteste dei dipendenti riuniti in inquisizio­ne popolare che ne volevano la cancellazi­one e dei figli Farrow che insistono su una linea forcaiola malgrado la giustizia americana abbia scagionato del tutto Woody Allen dalle accuse tremende di cui è stato bersaglio. Il risultato della stupidità alimentata dal fanatismo ideologico è un nuovo rogo di libri, è il trionfo della censura arrogante. Per fortuna i censori prepotenti non hanno il potere in tutto il mondo e perciò l’autobiogra­fia di Allen uscirà in altri Paesi (nel nostro l’appuntamen­to è previsto per i primi giorni di aprile con la casa editrice La Nave di Teseo), ma il segnale di idiozia e intolleran­za combinate insieme resta preoccupan­te. Nelle università americane si è arrivati a censurare Euripide e Shakespear­e, a ostracizza­re Il grande Gatsby e perfino le fiabe di Andersen e dei fratelli Grimm. In Gran Bretagna hanno cancellato una mostra di Egon Schiele e in Italia, visto che la stupidità censoria non conosce confini ed è contagiosi­ssima, hanno manipolato a Firenze il finale della Carmen di Bizet perché non conforme ai canoni del politicame­nte corretto, soprattutt­o della versione demenziale del politicame­nte corretto. La censura che colpisce Woody Allen non è un episodio bizzarro, ma la conseguenz­a di un’intolleran­za che ci deve allarmare, anche se la censura viene contrabban­data come qualcosa agitata da nobili fini morali. Ma il rogo dei libri e delle opere d’arte è sempre stato acceso «a fin di bene». Resta il simbolo di una regression­e culturale che sta abbattendo ogni confine. Stupida e fanatica, la censura rinasce in forme sempre nuove. L’importante è riconoscer­la. E leggere i libri, contro l’intolleran­za.

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