IL CASO WOODY ALLEN, QUANDO LA STUPIDITÀ SI UNISCE AL FANATISMO
Quando la stupidità si unisce e si somma al fanatismo, la miscela esplosiva che se ne ricava sarà particolarmente letale. La decisione del gruppo Hachette di non pubblicare, anzi di mandare al macero, la biografia di Woody Allen accoglie in pieno le proteste dei dipendenti riuniti in inquisizione popolare che ne volevano la cancellazione e dei figli Farrow che insistono su una linea forcaiola malgrado la giustizia americana abbia scagionato del tutto Woody Allen dalle accuse tremende di cui è stato bersaglio. Il risultato della stupidità alimentata dal fanatismo ideologico è un nuovo rogo di libri, è il trionfo della censura arrogante. Per fortuna i censori prepotenti non hanno il potere in tutto il mondo e perciò l’autobiografia di Allen uscirà in altri Paesi (nel nostro l’appuntamento è previsto per i primi giorni di aprile con la casa editrice La Nave di Teseo), ma il segnale di idiozia e intolleranza combinate insieme resta preoccupante. Nelle università americane si è arrivati a censurare Euripide e Shakespeare, a ostracizzare Il grande Gatsby e perfino le fiabe di Andersen e dei fratelli Grimm. In Gran Bretagna hanno cancellato una mostra di Egon Schiele e in Italia, visto che la stupidità censoria non conosce confini ed è contagiosissima, hanno manipolato a Firenze il finale della Carmen di Bizet perché non conforme ai canoni del politicamente corretto, soprattutto della versione demenziale del politicamente corretto. La censura che colpisce Woody Allen non è un episodio bizzarro, ma la conseguenza di un’intolleranza che ci deve allarmare, anche se la censura viene contrabbandata come qualcosa agitata da nobili fini morali. Ma il rogo dei libri e delle opere d’arte è sempre stato acceso «a fin di bene». Resta il simbolo di una regressione culturale che sta abbattendo ogni confine. Stupida e fanatica, la censura rinasce in forme sempre nuove. L’importante è riconoscerla. E leggere i libri, contro l’intolleranza.