Corriere della Sera

Il Milan cade nel vuoto

Brutto k.o. sulla strada verso l’europa Ibra nervoso, il Genoa si prende la partita

- Carlos Passerini

MILANO È una caduta nel vuoto. Che fa male. E che nel silenzio assurdo di un San Siro triste come non vorremmo vederlo mai rimbomba ancor di più. La corsa all’europa del Milan subisce una brusca frenata. Che potrebbe costare carissima. Finisce con i giocatori del Genoa che si fanno i selfie sotto le tribune deserte, fra pacche sulle spalle e abbracci proibiti. Dalla tribuna le voci si sentono distintame­nte, come non capita mai, l’effetto è quello di una partitella all’oratorio. Invece è stata una partita verissima, surreale ma verissima, conclusasi con un risultato giusto, che rispecchia fedelmente andamento, meriti e demeriti.

Il Genoa s’è guadagnato fino in fondo la sua vittoria che lo avvicina alla salvezza, il Milan esce invece con le ossa rotte e un quesito che gli rimbomberà nella testa fino alla prossima partita, quando ci sarà: quanto ha inciso il caos societario? La risposta ha provato a darla Pioli: «Non dobbiamo avere alibi e giustifica­zioni, né per le porte chiuse né per le difficoltà societarie, abbiamo perso per colpa nostra». Fa bene il tecnico a metterla così, ma i dubbi restano. Non tanto per le porte chiuse, visto che a San Siro il Milan fa una fatica maledetta né più né meno, 17 punti in 13 gare, quanto per tutto il resto. Boban è stato licenziato, Maldini e Massara non si sa che fine faranno, c’è che chi giura che Rangnick sia già stato messo sotto contratto: inevitabil­e ci fosse un contraccol­po, sarebbe anzi stato strano il contrario. La verità è che un momento peggiore per questa resa dei conti non c’era.

L’unica certezza è che queste tempistich­e fanno male solo al Milan. Che già aveva i suoi bei problemi struttural­i, tecnici, come la prima parte di stagione ha messo in evidenza. E che ora ha un problema in più da gestire. Toccherà all’ad Gazidis, ora un uomo solo al comando, come solo era ieri in tribuna. «Gli interessi del Milan — le parole del presidente Scaroni all’ansa — devono sempre stare al di sopra delle individual­ità. Sono a fianco di Gazidis, siamo tutti determinat­i nell’indirizzar­e il club nella direzione giusta, quella della crescita e della competitiv­ità». La caduta di ieri non può però essere sottovalut­ata. Era tempo che non si vedeva un Diavolo così giù. Anche stavolta è stato evidente che Ibrahimovi­c da solo non basta. Soprattutt­o ora che appare nervoso, slegato. Diversi gli urlacci ai suoi compagni. Più che da centravant­i, ha giocato da regista: siccome non gli arrivavano palle buone, andava a prendersel­e a centrocamp­o. Non un bel segnale. Il suo gol nella ripresa non è bastato, così come tardiva è stata la reazione all’uno-due genoano, firmato Pandev e Cassata, che nel primo tempo hanno incanalato la partita con due gol identici. «Siamo una squadra di uomini» ha detto Nicola. Con lui il Genoa è rinato.

 ?? (Lapresse) ?? A segno Zlatan Ibrahimovi­c contende la palla a Domenico Criscito: il gol dello svedese non è bastato
(Lapresse) A segno Zlatan Ibrahimovi­c contende la palla a Domenico Criscito: il gol dello svedese non è bastato

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