Corriere della Sera

Aperto al massimo un aeroporto per regione

- Leonard Berberi lberberi@corriere.it

Il governo chiude fino al 25 marzo più di metà degli aeroporti italiani — compresi alcuni tra i più importanti come quello di Milano Linate e Bergamoori­o al Serio — per contenere il coronaviru­s e a «causa della ridotta mobilità». Dopo una giornata segnata da continue mediazioni la ministra delle Infrastrut­ture e dei trasporti Paola De Micheli ieri sera ha firmato un decreto che dispone lo stop al traffico passeggeri in diversi scali (da domani, ndr), senza però intaccare le operazioni cargo e le emergenze. Una decisione — anticipata ieri dall’edizione online del Corriere della Sera — che recepisce la comunicazi­one con la quale Nicola Zaccheo, presidente dell’ente nazionale per l’aviazione civile (Enac), proponeva uno «scenario infrastrut­turale aeroportua­le minimo» per «garantire la mobilità tramite il trasporto aereo all’interno del territorio nazionale». Tre i criteri: collocazio­ne geografica, capacità infrastrut­turale dello scalo, collegamen­ti insulari. Chiudono così 23 impianti sui 40 principali tra i quali pure il secondo scalo di Roma, Ciampino, anche se una nota del ministero sottolinea che resterà a disposizio­ne «per i soli voli di Stato, trasporti organi, canadair e servizi emergenzia­li». Stop alle attività anche ad Alghero, Brindisi, Comiso, Firenze, Olbia, Perugia, Reggio Calabria, Rimini, Trapani, Treviso, Trieste, Verona. Restano aperti invece Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Genova, Lamezia Terme, Lampedusa, Milano Malpensa (che sposta le operazioni al Terminal 2, chiudendo il T1), Napoli, Palermo, Pantelleri­a, Pescara, Pisa, Roma Fiumicino (che interrompe i movimenti al Terminal 1 e lascia aperto solo il T3), Torino e Venezia. In generale a spingere verso la chiusura non è soltanto l’emergenza, ma pure le diverse richieste di «razionaliz­zare il servizio» che sono arrivate negli ultimi giorni all’enac che si è poi fatto portavoce di queste istanze presso gli uffici della ministra De Micheli. La fuga delle compagnie aeree straniere — comprese le low cost — ha portato quasi tutte le strutture a registrare flessioni mai registrate prima. Secondo Flightrada­r24, il sito che traccia i movimenti aerei, il numero delle partenze dal nostro Paese è calato tra il 65 e il 95% negli ultimi trenta giorni. Mercoledì 11 marzo, per esempio, a Linate è decollato l’88% in meno degli aerei, Malpensa ha segnato -81,5% di partenze, Roma Fiumicino -63% e Venezia -91%. In questi giorni a garantire una minima mobilità via cielo tra le grandi città italiane è Alitalia. Secondo il bollettino di Assaeropor­ti i 23 scali che saranno chiusi nel 2019 hanno visto transitare 46,04 milioni di passeggeri su un totale di sistema di 193,1 milioni.

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