Cultura, il pericolo di una crisi irreversibile
«Oggi, senza interventi, il comparto che rappresenta l’italia nel mondo rischia una crisi irreversibile». Gabriele Salvatores, premio Oscar 1992 con Mediterraneo, è uno dei firmatari di un appello inviato a Giuseppe Conte, ideato dall’assessore alla Cultura e prosindaco di Roma Luca Bergamo: «La produzione e i servizi legati allo spettacolo dal vivo, alle arti visive, al cinema, all’editoria, ai musei, all’offerta di esperienze culturali in generale, si regge su lavoratori con poche garanzie e che oggi rischiano tutto. Contratti atipici, partite Iva, freelance...». Si chiede a Conte che proclami «lo stato di crisi per l’intero settore culturale e privato, estendendo gli strumenti di tutela dell’occupazione previsti nello stato di crisi a tutte le categorie di lavoratori». L’appello è firmato da altri assessori alla Cultura, tra cui a Milano Filippo Del Corno, e da nomi noti come Maurizio Crozza, Alessandro Gassman, Gabriele Salvatores, Mario Martone, Gigi Proietti, Manuel Agnelli, Liliana Cavani. Si chiede di «far accedere al reddito di cittadinanza operatori culturali con o senza partita Iva, di intervenire sul sistema bancario per la sospensione temporanea dei pagamenti, di autorizzare gli enti locali per l’erogazione di contributi culturali». Dice Salvatores: «In un caso straordinario come questo tutte le realtà precarie rischiano una crisi con la fine di un intero settore».