Bill Gates e l’addio: così mister software ha deciso di lasciare
Il fondatore di Microsoft: lotta alla pandemia
un ampio dibattito su un tema — l’intervento normativo dello Stato — fino a ieri tabù per qualunque imprenditore Usa.
L’altro motivo, ovviamente, è che l’attenzione del mondo si è spostata sul coronavirus: anche i crolli record delle Borse sono passati in seconda linea.
Ma è proprio questa emergenza a spingere Bill Gates, ormai filantropo a tempo quasi pieno, a sganciarsi completamente dal mondo
Bill Gates in un match benefico contro Nadal degli affari: «Le mie priorità — ha scritto in un post sul sito Linkedin — adesso sono i problemi connessi allo stato di salute del mondo, all’istruzione e ai mutamenti climatici».
Un impegno che ora riguarda soprattutto il coronavirus: la sua fondazione filantropica, la Bill & Melinda Gates Foundation, che negli anni scorsi ha combattuto con successo per sradicare alcune malattie infettive dall’africa e per curare l’aids, adesso si sta impegnando, come molti altri, sul fronte Covid-19: ha investito 10 milioni di dollari nella lotta contro il virus appena ha iniziato a diffondersi in Cina e nei giorni scorsi, quando l’emergenza si è estesa all’europa e all’america, ha aggiunto altri cento milioni per le ricerche e il contenimento dell’epidemia.
Ma, in un mondo ormai avvelenato anche dai virus della disinformazione e delle teorie cospirative, Bill deve guardarsi le spalle: negli Usa si sta diffondendo viralmente e viene rilanciato anche da personaggi dello spettacolo con commenti ambigui («strana coincidenza», «lo sapeva?», «ci ha messo le mani?»), il video di una conferenza del circuito Ted del 2015 nel corso della quale Gates avverte: in un mondo che ha investito molto in armi e poco nella lotta contro i virus, una pandemia potrebbe fare più morti di una guerra.