L’EGOISMO NON DEVE VINCERE
Restiamo a casa. Senza scuse, senza sotterfugi, senza egoismi. Restiamo a casa. Le percentuali dei contagi rallentano un po’, ma i numeri assoluti crescono, le persone muoiono.
Gli scienziati ci dicono che la strada è giusta, che i sacrifici di queste settimane possono farci agguantare l’ultimo miglio. Francia, Germania, Spagna e anche la riluttante Gran Bretagna imitano la ricetta italiana.
Ma noi, che abbiamo indicato la via all’europa, non ci stiamo comportando bene. Non abbastanza. Gli appelli del Viminale, simili a quelli del sindaco di Milano Giuseppe Sala e del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ci raccontano una verità che conosciamo tutti: non stiamo rispettando le regole. Basta affacciarsi alla finestra: molti passeggiano, corrono, vanno in bicicletta. Non è vietato, è vero. Ma serve spirito di comunità per battere il virus. Il modulo da compilare per uscire di casa non è un pezzo di carta per imbrogliare con motivazioni magari inattaccabili ma che sappiamo fasulle. Vivere confinati è una prova durissima, la negazione della libertà, non c’è privazione più grande. Una democrazia può e deve dare regole, anche molto rigorose, ma rinunciare per un periodo alla libertà per fermare il morbo può essere soltanto la scelta consapevole di ognuno di noi.
Noi, che mai faremmo male a nessuno, in questi giorni, solo uscendo troppo di casa, potremmo danneggiare inconsapevolmente altre persone. Sono giorni cruciali per la svolta, per ritrovare al più presto la nostra vita vera. Purtroppo nessuno è in grado di dirci: sacrifichiamoci per una settimana e poi sarà finita. Ma sappiamo di sicuro che con il massimo impegno potremo fermare il contagio. Non è ancora tutto ma il premio sarebbe già alto.
Un po’ di respiro per medici e infermieri. Cure migliori per gli ammalati, la possibilità di onorare e piangere le persone che abbiamo perduto e poi, piano piano, tutto il resto.
Restiamo a casa nelle città più colpite. Ma restiamo a casa soprattutto a Roma, nel Lazio e in tutte quelle regioni, soprattutto del Sud, che hanno la fortuna di avere un numero basso di contagi. Facciamolo perché sia sradicato il virus al più presto.
Ma anche per rispetto e gratitudine verso la Lombardia, il Veneto, l’emilia-romagna, che per prime si sono chiuse, con il contagio in casa, impedendo la diffusione incontrollata della malattia in tutto il Paese. Avremo tempo per tornare a discutere se la libertà sia obbedire alle leggi che ci siamo liberamente dati o se invece la libertà sia fare tutto ciò che le leggi non ci vietano. Adesso restiamo a casa.