L’italia guida i test sui nuovi farmaci
Italia sarà la prima, nel mondo occidentale, a provare i farmaci ora utilizzati per contrastare il coronavirus. Le cure si sono basate finora sull’esperienza dei ricercatori cinesi e sulle pubblicazioni scientifiche comparse sulle riviste internazionali, sempre a firma di autori della Repubblica popolare. Servono però linee guida specifiche e uniformi su tutto il nostro territorio nazionale. Ed ecco il via a studi sperimentali per dare risposte su sicurezza, tollerabilità ed efficacia delle diverse molecole.
ROMA L’italia sarà la prima nell’ue, e nel mondo occidentale, a provare i farmaci attualmente utilizzati per il trattamento della Covid, la malattia da nuovo coronavirus. Le cure si sono basate finora sull’esperienza dei ricercatori cinesi e sulle pubblicazioni scientifiche comparse sulle riviste internazionali, sempre firmate da autori della Repubblica popolare. Servivano linee guida più specifiche e soprattutto uniformi su tutto il territorio nazionale. Ed ecco il via a studi sperimentali per dare risposte certe sulla sicurezza, la tollerabilità e l’efficacia delle diverse molecole.
Quali sono le migliori combinazioni? Quali sono i reali benefici di Remdesivir, l’antivirale studiato per altri virus (Sars, Ebola), utilizzato in mancanza di altro per il nuovo coronavirus? E ancora,che ruolo ha nell’ambito della guarigione il prodotto contro l’artrite reumatoide, che sembrerebbe spegnere la potente infiammazione responsabile del peggioramento dei pazienti a livello polmonare? Tante domande che richiedono una risposta in tempi brevi. L’unico modo era avviare dei trial randomizzati ufficiali. Significa che nei centri sperimentatori, che hanno sottoposto all’agenzia nazionale del farmaco (Aifa) dei progetti, i malati con certe caratteristiche di gravità saranno suddivisi in due gruppi. Alcuni riceveranno i medicinali in prova, gli altri un altro tipo di trattamento.
«Ci comporteremo al meglio delle nostre capacità etiche», ha chiarito il direttore generale di Aifa, Nicola Magrini. In altre parole, nessun paziente sarà abbandonato e non curato nel caso appartenga al gruppo di persone che non ricevono i farmaci presumibilmente più attivi. Le norme sulla sperimentazione sono incluse nel decreto Cura Italia appena licenziato dal governo. Era necessario prevedere un percorso molto rapido. Molto più rapido delle normali procedure che richiedono tempi lunghi, passaggi lenti. Tra l’altro è stato deciso di centralizzare i comitati etici, quelli che all’interno degli ospedali devono esprimere uno dei tanti pareri per autorizzare i test. Ce ne sarà uno solo, quello dell’istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani.
Il Remdesivir è un antivirale prodotto dall’americana Gilead, non autorizzato in nessuna parte del mondo. Sembra che gli si debba attribuire una buona parte del merito delle guarigioni. Attualmente viene rifornito dall’azienda secondo il cosiddetto uso compassionevole previsto quando non esistono soluzioni terapeutiche alternative. Verrà testato con due studi clinici in malati gravi in terapia intensiva.
Per quanto riguarda Tocilizumab, un anticorpo monoclonale (prodotto cioè in laboratorio, non frutto della chimica) è ora autorizzato solo per l’artrite reumatoide. La sperimentazione avverrà nei centri che ne facciano richiesta secondo un unico programma nazionale. L’azienda Roche si sta impegnando per incrementare la produzione e soprattutto non far mancare la terapia ai malati di artrite. Aifa ha già autorizzato lo studio Tocivid-19 promosso dall’istituto tumori di Napoli con l’università di Modena e Reggio Emilia e l’irccs di Reggio Emilia. «Vogliamo fare chiarezza e verificare se le eccessive aspettative sulla validità di alcuni farmaci hanno un fondamento», spiega Magrini. Semaforo verde anche per i test sugli animali del vaccino progettato dall’azienda italiana Takis. Sono i primi in Europa.