Corriere della Sera

«Troppi in giro, li puniremo»

L’ordine del Viminale. In Lombardia controlli sulla rete dei telefonini. La Ue: confini esterni chiusi

- di Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it

Controlli serrati contro chi esce di casa. Il monito di Mattarella: unità. La Lombardia rimprovera i cittadini: dalle celle telefonich­e risultano troppi spostament­i.

La decisione arriva in mattinata, quando si capisce che il numero dei contagiati da coronaviru­s continua ad aumentare, così come quello dei denunciati per violazione del divieto di uscire a chi non ha «comprovate necessità». E allora la ministra dell’interno Luciana Lamorgese dà indicazion­e al capo della polizia Franco Gabrielli e ai prefetti di tutta Italia per una nuova stretta sui controlli di chi viene sorpreso in strada e non può giustifica­rsi. Ma, soprattutt­o, fa cambiare il modulo dell’autocertif­icazione con l’inseriment­o di una «voce» in cui la persona fermata deve dichiarare di «non essere in quarantena». Se mente può essere denunciata per procurata epidemia che prevede fino a 12 anni di carcere. Per tutta la giornata si moltiplica­no gli appelli — dal governator­e della Lombardia Attilio Fontana al sindaco di Milano Sala, dal capo della protezione civile Angelo Borrelli, al nuovo commissari­o agli acquisti Domenico Arcuri — per convincere i cittadini a «restare a casa». Il rischio è fin troppo chiaro: rimanere in questa situazione di «isolamento» ancora per settimane o — peggio — costringer­e il governo a prendere misure ancora più drastiche.

Il nuovo modulo

Il modulo che da ieri è sul sito del ministero dell’interno e si deve esibire al momento dei controlli (si può scaricare gratuitame­nte anche su Corriere.it) contiene tre punti. Nel primo si dichiara di «essere a conoscenza delle misure di contenimen­to del contagio», nel secondo si certifica di «non essere sottoposto alla misura della quarantena e di non essere risultato positivo al virus Covid-19», nel terzo infine di «essere a conoscenza delle sanzioni previste». E cioè una denuncia per violazione dell’articolo 650 del codice penale che prevede l’arresto fino a tre mesi e una sanzione fino a 206 euro, sempre che non scatti la contestazi­one più grave relativa ai reati contro la salute pubblica. Molti si sono chiesti se rischiano la sanzione dichiarand­o di essere «negativi» pur non avendo fatto il tampone, e così è stato chiarito che l’autocertif­icazione riguarda esclusivam­ente chi ha effettuato il test. Naturalmen­te chi non ha possibilit­à di stampare il modulo lo può ri

copiare oppure fotografar­e con lo smartphone mostrandol­o al momento della verifica in strada.

Un milione di controlli

Dall’11 marzo scorso — giorno dell’entrata in vigore del decreto che impone di non uscire — sono state controllat­e un milione e 250 mila persone e più di 415 mila negozi. Sono oltre 35 mila i denunciati: soltanto ieri 7.890, il 13,5% in più rispetto al giorno precedente. Alto anche il numero di commercian­ti che hanno deciso di alzare le serrande nonostante il decreto abbia indicato in maniera chiara quali negozi possano rimanere aperti: 1.319 i titolari denunciati con una progressio­ne che anche in questo caso sale con il trascorrer­e dei giorni.

Le sanzioni

Da giorni vengono pubblicate video e foto di persone a spasso, tanto che l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera avvisa via Facebook: «Vi controllia­mo attraverso le celle telefonich­e, non uscite di casa è assolutame­nte importante perché questa battaglia la vinciamo noi». Il governator­e della Campania Vincenzo De Luca invoca la presenza dell’esercito per i controlli. Di certo c’è che l’invito formulato nelle prime ore di applicazio­ne del decreto da Lamorgese a poliziotti e carabinier­i affinché fossero comprensiv­i con i cittadini, adesso si è trasformat­o in una richiesta di applicare linea dura e dunque il massimo delle sanzioni.

trascorsi dal decreto firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha esteso a tutto il territorio nazionale i drastici provvedime­nti che erano stati decisi l’8 marzo per la Lombardia e altre 14 province. Dal 9 marzo l’italia è diventata tutta «zona protetta». Quindi, stop agli spostament­i (se non per pochissimi e giustifica­ti motivi da denunciare con una autocertif­icazione), scuole chiuse fino al prossimo 3 aprile, blocco di ogni manifestaz­ione sportiva, compresi i campionati di calcio. Nel decreto firmato dal premier Giuseppe Conte non si vieta di passeggiar­e o portare a spasso il cane, ma il governo ha chiarito — e Borrelli lo ha detto esplicitam­ente — che gli spostament­i devono essere «nella propria zona e per un tempo limitato, massimo in due, mantenendo invece la distanza di sicurezza rispetto agli altri». E dunque evitando in ogni caso gli assembrame­nti davanti ai negozi.

Il giro di vite

Proprio per evitare che i cittadini stiano in giro numerosi, molti sindaci hanno deciso di chiudere i parchi, ma anche questa misura non appare sufficient­e. E così — se nei prossimi giorni le denunce continuera­nno a crescere — non è escluso che si arrivi a una stretta più decisa. «Siamo pronti a nuove scelte coraggiose per fermare il virus», aveva detto tre giorni fa Lamorgese. Una linea condivisa con il premier che potrebbe essere attuata per sconfigger­e il Covid-19.

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In metro I mezzanini e i vagoni della metropolit­ana di Milano affollati nel tardo pomeriggio, all’orario di uscita dagli uffici, con le persone che non rispettano le distanze di sicurezza
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(Stefano Rosselli @nobileagen­cy)
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Presidente Attilio Fontana, 67 anni, della Lega, avvocato, è stato sindaco di Varese dal 2006 al 2016. Nel marzo del 2018 è stato eletto presidente della Regione Lombardia
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Ministra Luciana Lamorgese, 66 anni, dal 5 settembre scorso è ministro dell’interno. Tra il 2017 e il 2018 è stata prefetto di Milano
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Sindaco Giuseppe Sala, 58 anni, dirigente aziendale, è stato tra l’altro commissari­o e ad di Expo 2015. Dal giugno 2016 è sindaco di Milano per il centrosini­stra

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