L’idea italiana dei coronavirus bond L’ipotesi di uso dei fondi del Mes
Lo ha detto il presidente del Consiglio Ue Charles Michel: per fronteggiare l’espandersi del coronavirus e l’impatto sull’economia la Ue «farà tutto il necessario per ripristinare la fiducia», citando il famoso whatever it takes di Mario Draghi. La Commissione Ue è da venerdì che cerca di offrire soluzioni all’altezza — sospensione del Patto di stabilità, nuove regole per gli aiuti di Stato, fondo da 37 miliardi — ma la palla è in mano alle capitali. E le ipotesi sul tavolo sono diverse: «coronavirus bond» oppure un fondo di garanzia europeo per finanziare i governi. Anche un uso del Mes ma senza condizionalità.
L’eurogruppo di lunedì scorso ha mostrato unità di vedute e ha dato il via libera anche alla «clausola di crisi generale» che consente agli Stati di deviare dal percorso di aggiustamento verso gli obiettivi di bilancio. Ma a Bruxelles spiegano che si stanno scontrando due mentalità: la visione dei Paesi del Nord e quella degli Stati del Sud. La visione di chi come l’italia vuole assicurare a tutti i cittadini le cure mediche necessarie e la protezione sociale ed economica e di chi come l’olanda si appella alla teoria dell’immunità di gregge (stessa scelta del britannico Boris Johnson). Il richiamo del premier Giuseppe Conte durante il Consiglio Ue in videoconferenza è chiaro: «Se procederemo divisi la risposta sarà inefficace e questo ci renderà deboli ed esposti alle reazioni dei mercati». Per Conte «il ritardo nella risposta comune sarebbe letale per tutti e per questo irresponsabile».
È evidente che non tutti gli Stati hanno la stessa capacità di mettere in campo autonomamente aiuti per imprese, famiglie e sistema sanitario. Chi ha un debito pubblico alto avrà margini d’azione più ridotti anche con la sospensione del Patto di stabilità perché il punto finale è sempre il mercato. Non è un caso se l’italia ha avanzato l’ipotesi di lavorare a strumenti come i «coronavirus bond» o un fonl’ex do di garanzia europeo. Il presidente dell’eurogruppo, Mario Centeno, lunedì ha spiegato che i ministri del Tesoro e la Commissione Ue «esploreranno» come potere usare il Mes «per fronteggiare le sfide poste dal coronavirus». Il Meccanismo europeo di stabilità è un organismo intergovernativo (le capitali decidono) e ha una potenza di fuoco pari a 410 miliardi di euro.
Il managing director Klaus Regling, per sgombrare il campo da fraintendimenti, ha ricordato che la situazione di oggi è diversa dalla crisi del debito sovrano di 10 anni fa e nessun Paese ha perso l’accesso al credito. Dunque si tratta di trovare nuove soluzioni. presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani, esponente di spicco del Ppe ha lanciato l’appello anche a nome di Forza Italia per «utilizzare tutte le centinaia di miliardi del Mes ma senza vincoli e senza troika». Un’ipotesi proposta anche dall’ex premier Enrico Letta nei giorni scorsi. Per i Paesi più indebitati, come Spagna o Francia, potrebbe essere una soluzione sensata. Ma per il ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz il dibattito sul ruolo del Mes in questa crisi «è prematuro». Del resto la Germania ha previsto da sola un piano da 550 miliardi per le sue imprese.