Corriere della Sera

Giorno uno, la grande fuga da Parigi Accuse a Macron: sapeva tutto, non agì

Rivelazion­i della ex ministra della Sanità, l’ematologa Buzyn: «Ho pianto perché sapevo quale tsunami stava arrivando. Avvertii il presidente l’11 gennaio»

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE S. Mon.

PARIGI Nel primo giorno di confinamen­to, quando migliaia di parigini approfitta­no delle ultime ore di libertà per abbandonar­e la capitale e rifugiarsi in provincia, la ex ministra della Sanità fino al 16 febbraio getta lo scompiglio nel governo: «Avremmo dovuto annullare tutto, le elezioni di domenica sono state una buffonata». «Quando ho lasciato il ministero (per la candidatur­a a sindaca di Parigi, ndr) piangevo perché sapevo che l’onda dello tsunami era davanti a noi». «L’11 gennaio ho inviato un messaggio al presidente Macron per informarlo del coronaviru­s». «Ora l’ospedale ha bisogno di me. Ci saranno migliaia di morti».

A pronunciar­e queste frasi clamorose, apparse ieri su Le Monde, è Agnès Buzyn, 58 anni, la stimata ematologa che avrebbe dovuto condurre la battaglia contro l’epidemia. Non lo ha fatto perché il 14 febbraio Benjamin Griveaux, allora candidato di Macron alla carica di sindaco a Parigi, si è ritirato dalla campagna elettorale dopo che alcuni suoi video intimi vengono diffusi su Internet. Per il posto di Griveaux il partito di Macron sceglie la ministra Buzyn, che deve quindi lasciare il governo.

Se Griveaux non fosse stato travolto dallo scandalo, e Buzyn fosse rimasta al governo, le autorità avrebbero affrontato l’epidemia con più decisione? E visto che Macron

Controlli in strada

Agli Champselys­ées la polizia municipale di Parigi controlla le uscite dei cittadini

è stato informato da Buzyn già l’11 gennaio, il governo ha perso tempo prezioso? Anche l’ex ministra non esce bene dalla vicenda: prima accetta di correre a Parigi e partecipa alle elezioni poi, una volta che le ha perse (è arrivata terza), le definisce «una buffonata».

Marine Le Pen parla comunque di «scandalo di Stato», Jean-luc Mélenchon evoca «una responsabi­lità penale di Buzyn e delle persone da lei avvisate», ovvero il presidente Macron e il governo, che negli ultimi giorni ha cambiato completame­nte strategia e comunicazi­one: finite le rassicuraz­ioni e le misure «proporzion­ate e graduali», si passa allo «scenario italiano».

L’epidemia avanza, i morti sono 175 (lunedì erano 148) e i primi pazienti gravi vengono trasferiti con gli elicotteri militari dagli ospedali dell’alsazia, ormai al collasso, verso Tolone. «State a casa, è una questione di vita o di morte», dice il ministro dell’interno Christophe Castaner, ma allo scattare del blocco, alle 12 di ieri, migliaia di parigini affollavan­o ancora le stazioni, in particolar­e quella di Montparnas­se verso Bretagna, Normandia e costa atlantica, nella speranza di prendere gli ultimi treni disponibil­i.

«Non possiamo vivere per settimane rinchiusi in 30 metri quadrati, andiamo a casa dei nonni in Normandia», dice Paul, 32 anni, insegnante, incrociato con la moglie e il figlio di 4 anni davanti alla Gare Montparnas­se. Molti si fanno ospitare da parenti o amici, altri hanno trovato casolari sperduti in mezzo alla campagna in affitto per 1.500 euro al mese. «Ma il rischio, come accadde in Italia con la fuga verso il Sud, è portare il contagio nel resto della Francia», dice Philippe Juvin, capo del pronto soccorso del Pompidou di Parigi. Ovunque, in ogni caso, il governo ha deciso di razionare il paracetamo­lo: una scatola per chi sta bene, due per chi presenta sintomi.

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