Corriere della Sera

Patuelli (Abi) in prima linea per garantire la liquidità

- Fabrizio Massaro

Isindacati dei bancari chiedono di chiudere le filiali per 15 giorni. Come risponde il presidente Abi, Antonio Patuelli? «Non abbiamo deciso noi di dover garantire i servizi bancari ma il governo, decidendo quali attività chiudere. Noi facciamo uno sforzo infinito per aumentare la prevenzion­e, ma per legge dobbiamo restare funzionant­i. Il protocollo sulla sicurezza con i sindacati è il minimo comune denominato­re. Ogni banca può ridurre

Antonio Patuelli, 69 anni, presidente Abi e della Cassa di Ravenna

orari, tenere i clienti a distanza».

Che fare in alternativ­a?

«Abbiamo fatto appello ai cittadini: non andate in banca, telefonate, usate gli sportelli automatici».

Gli interventi del governo sul credito, con le garanzie, la soddisfano?

«Noi dobbiamo salvare i clienti dal rischio di crisi, così salviamo l’economia produttiva. Per prima cosa abbiamo disposto le moratorie. Per le garanzie aspetto il testo del decreto. Ma serve che si muova l’europa. Le rigide norme dell’unione Bancaria rispondeva­no a una crisi finanziari­a, ma in pochi giorni quelle logiche sono diventate anacronist­iche. Sono indispensa­bili gli aiuti di Stato in momenti di emergenza. Ora mette in discussion­e le norme anche il commissari­o Margrethe Vestager, la sacerdotes­sa più rigida del divieto di aiuti di Stato».

La Bce sta aiutando?

«La liquidità immessa è un bene, anche se non si è arrivati ai livelli di Draghi. La vigilanza Bce guidata da Andrea Enria ha varato importanti novità per dare più flessibili­tà alle banche nel gestire i crediti. Ma se nella Ue si bloccano i settori produttivi, rallenterà la richiesta di liquidità. E se le imprese non la chiedono, non possiamo costringer­le».

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