Patuelli (Abi) in prima linea per garantire la liquidità
Isindacati dei bancari chiedono di chiudere le filiali per 15 giorni. Come risponde il presidente Abi, Antonio Patuelli? «Non abbiamo deciso noi di dover garantire i servizi bancari ma il governo, decidendo quali attività chiudere. Noi facciamo uno sforzo infinito per aumentare la prevenzione, ma per legge dobbiamo restare funzionanti. Il protocollo sulla sicurezza con i sindacati è il minimo comune denominatore. Ogni banca può ridurre
Antonio Patuelli, 69 anni, presidente Abi e della Cassa di Ravenna
orari, tenere i clienti a distanza».
Che fare in alternativa?
«Abbiamo fatto appello ai cittadini: non andate in banca, telefonate, usate gli sportelli automatici».
Gli interventi del governo sul credito, con le garanzie, la soddisfano?
«Noi dobbiamo salvare i clienti dal rischio di crisi, così salviamo l’economia produttiva. Per prima cosa abbiamo disposto le moratorie. Per le garanzie aspetto il testo del decreto. Ma serve che si muova l’europa. Le rigide norme dell’unione Bancaria rispondevano a una crisi finanziaria, ma in pochi giorni quelle logiche sono diventate anacronistiche. Sono indispensabili gli aiuti di Stato in momenti di emergenza. Ora mette in discussione le norme anche il commissario Margrethe Vestager, la sacerdotessa più rigida del divieto di aiuti di Stato».
La Bce sta aiutando?
«La liquidità immessa è un bene, anche se non si è arrivati ai livelli di Draghi. La vigilanza Bce guidata da Andrea Enria ha varato importanti novità per dare più flessibilità alle banche nel gestire i crediti. Ma se nella Ue si bloccano i settori produttivi, rallenterà la richiesta di liquidità. E se le imprese non la chiedono, non possiamo costringerle».