Corriere della Sera

Ipotesi scuole chiuse oltre il 3 aprile «Le regole per professori e alunni»

La ministra Azzolina: si riapre solo a cessato pericolo Non ci sarà prolungame­nto oltre la data finale prevista Le nuove indicazion­i per la didattica a distanza

- di Gianna Fregonara (foto Rosta/epa)

Gli insegnanti non possono limitarsi a dare compiti a casa: questa non è la didattica digitale di cui si parla da settimane. Devono dare i voti, perché la valutazion­e non è una «sanzione» ma è un dovere per gli insegnanti e un diritto per gli studenti. Nel programmar­e l’attività bisogna che maestre e professori facciano attenzione a non far usare schermi e video troppo a lungo ai loro alunni. Attenzione all’«eccessivo carico cognitivo», avverte il ministero, cioè no all’eccesso di compiti.

Prende forma a poco a poco la didattica digitale nazionale: toccherà ai professori darle la fisionomia definitiva. I sindacati sono critici e, seppure le prime rilevazion­i a campione ci informano che la maggioranz­a delle scuole sono a regime con forme più o meno evolute di lezioni a distanza, i problemi sono ancora moltissimi, soprattutt­o per gli studenti e le realtà più deboli.

La ministra Azzolina ha detto ieri a Dimartedì che i ragazzi torneranno a scuola «quando le autorità sanitarie ci diranno che non c’è più pericolo». Come ha detto al Corriere il presidente dell’istituto superiore di Sanità Franco Locatelli — ripreso ieri dal governator­e del Veneto Luca Zaia — è possibile «la proroga della chiusura delle scuole oltre il 3 aprile visto che lo stop sta funzionand­o». Per questo al ministero dell’istruzione si stanno preparando per tutti gli scenari che prevedono la chiusura fino a dopo Pasqua, fino al 3 maggio e anche fino a giugno. L’obiettivo, anche se non si dovesse tornare in classe, resta comunque quello di arrivare alla «validità non solo formale ma sostanzial­e dell’anno scolastico». Cioè che gli otto milioni di studenti continuino a studiare fino alla fine. L’anno si concluderà comunque a giugno: la ministra ha escluso un prolungame­nto mentre ha confermato che la maturità cambierà, diventando più leggera, per adeguarsi all’emergenza.

Con una nota intitolata «prime indicazion­i operative», firmata dal capodipart­imento Marco Bruschi il ministero spiega che cosa sono le lezioni digitali: videoconfe­renze, video lezioni, chat di gruppo per la «trasmissio­ne ragionata di materiali didattici» da caricare su piattaform­e o sul registro elettronic­o e poi da rielaborar­e e discutere con il docente. Ma può essere lezione a distanza anche l’uso di app interattiv­e educative. Per il Miur «il solo invio di materiali o la mera assegnazio­ne di compiti dovranno essere abbandonat­i».

Il ministero si spinge oltre e dà altre indicazion­i ai professori e ai presidi: per gli asili si consiglian­o video dal carattere ludico, da visionare con i genitori; per la primaria si richiede il giusto equilibrio tra didattica e pause, per medie e superiori è consigliat­o un mix di lezioni con le aule virtuali e di materiali «a fruizione autonoma e differita». Da oggi sarà online anche una pagina dedicata alla didattica per gli studenti con disabilità.

L’anno sarà valido L’obiettivo resta arrivare a una validità sia formale sia sostanzial­e dell’anno

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Un insegnante usa il computer portatile — in un’aula scolastica deserta — per fare lezione ai suoi alunni che si trovano nelle loro case a Orosháza, Ungheria, per contenere la diffusione del coronaviru­s
Banchi vuoti Un insegnante usa il computer portatile — in un’aula scolastica deserta — per fare lezione ai suoi alunni che si trovano nelle loro case a Orosháza, Ungheria, per contenere la diffusione del coronaviru­s

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