Corriere della Sera

Franca e lo stop per la guerra «Mi aiutò mio zio maestro Sono diventata insegnante»

- di Sara D’ascenzo

TREVISO Il 7 aprile 1944 non fu un’emergenza sanitaria a fermare l’anno scolastico, ma il bombardame­nto di Treviso, che distrusse quasi totalmente la città, scuole comprese. Franca Libralesso, classe 1930, avrebbe compiuto di lì a poco 14 anni e frequentav­a la terza media. Alla fine del trimestre — allora si usava così — sulla pagella aveva avuto un bel «buono». E fu con quel voto — un otto di adesso, potremmo dire — che Franca, oggi quasi 90 anni, due figli, quattro nipoti, fu promossa. Perché la scuola, per quell’anno, non riprese.

«Non c’erano più scuole a Treviso e nessuno avrebbe potuto accompagna­rmi da altre parti: a Mogliano erano rimasti i salesiani, ma solo per i maschi. Nel mio paese, Peseggia

(in provincia di Venezia, ndr), di ragazze che studiavano c’ero solo io. Le altre due erano state bocciate in quinta agli esami di idoneità e si erano fermate». Così Franca, che la mattina partiva in bici svettando da Peseggia a Mogliano per poi salire in filovia — «stavamo in piedi tutti fracassati uno sopra l’altro», racconta — trascorse la fine dell’anno nella grande casa di campagna, dove stavano i genitori, il fratello e le due sorelline più piccole, compresa Ginetta, che aveva pochi mesi, senza più andare a scuola e senza preoccupar­sene più di tanto: «Accudivo le sorelline, leggevo, ogni tanto veniva lo zio Toni, che era maestro e ci faceva studiare un po’, ma finiva lì. E non andai a scuola nemmeno l’anno dopo». Riprese dopo la guerra, si iscrisse al Ginnasio a Treviso, poi a Lettere a Padova, dove fu una delle prime laureate donne. E divenne insegnante. Niente di strano, dunque, che veda «un po’ di isteria tra le mamme di adesso: i bambini torneranno a scuola prima o poi, quello che perderanno lo recuperera­nno».

Impossibil­e farle paragonare i giorni di oggi con il coprifuoco, le quarantene con i giorni della guerra, lo #stiamoacas­a con i bombardame­nti: «Lì avevamo subito una mancanza. Qui la cosa che mi manca in questi giorni è potermi andare a comprare un libro sull’universo per capire meglio cosa sta succedendo».

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Ieri e oggi Franca Libralesso, 90 anni, e la tessera del bus del ‘43-44

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