Armati di pistola contro il virus
Le code interminabili davanti alle armerie di tanti americani spaventati da coronavirus e dunque subito precipitatisi a comprar nuovi coltelli, nuove pistole, carabine e mitragliatori per abbattere i criminali che volessero approfittare del caos che potrebbe scatenarsi nelle strade per il panico dovuto alla pandemia, la dicono lunga sugli incubi a stelle e strisce. Basti guardare le decine di foto stupefacenti dilagate su Internet, come quelle postate ad esempio dal Mail Online: non ce n’è uno, tra quegli acquirenti in fila davanti ai fornitissimi magazzini di armi da fuoco, che indossi i guanti o la mascherina. Ma come, si dirà, vedono più concreta la minaccia di una revolverata che quella di un’ondata di contagi che ieri sera, secondo il monitoraggio della Johns Hopkins University aveva già ucciso nel mondo 7.519 persone? Eppure, per un assurdo paradosso, hanno perfino qualche ragione: tutti i morti per il coronavirus in tutto il mondo fino a ieri sera, uccisi dalla pandemia più grave dell’ultimo secolo dopo la «spagnola» del 1918, non arrivavano neppure alla metà dei morti assassinati nei soli Stati Uniti nel solo 2019: oltre 16.000. Nessuno stupore. Stando alle statistiche, infatti, circa 330 milioni di americani possiedono almeno 357 milioni di pistole da borsetta, 38 Magnum, doppiette da caccia, fucili a pompa, Kalashnikov e così via. Una media pazzesca: almeno un’arma a testa. Armi difese a spada tratta, al fianco dei potentissimi produttori e trafficanti sempre generosi nelle donazioni, da quel Donald Trump che una ventina giorni fa, quando gli italiani stroncati dal coronavirus non arrivavano a venti, consigliava ai compatrioti di stare alla larga dal nostro Paese, considerato «poco sicuro». Prova provata che, come spiega il costituzionalista Lucio Pegoraro nel suo ultimo saggio Individuare un nemico, il nemico assoluto, immanente non esiste: ognuno se lo sceglie. Mezzo mondo invoca letti di rianimazione, disinfettanti, medici, infermieri, mascherine. Altri pallottole... Mettono spavento, a dispetto della teoria che più armi ci sono in mano ai cittadini e più sicurezza c’è nella società, i numeri della violenza negli Usa. La sola città di Baltimora, che ha poco più degli abitanti di Genova, ha contato l’anno scorso 348 omicidi. Più che tutta l’italia, cento volte più popolosa, messa insieme.