Il Cio ci crede. Per ora
Nessuna inversione di rotta. Se l’uefa posticipa di un anno l’europeo, il Cio prosegue dritto per la sua strada: «Ci troviamo in una situazione senza precedenti e seguiamo l’evolversi della pandemia di coronavirus quotidianamente con l’organizzazione mondiale della sanità. A più di quattro mesi da Tokyo 2020, non vediamo l’esigenza di cambiamenti drastici». Che Olimpiade sia. Dal 24 luglio al 9 agosto, come programmato e come se il pianeta godesse di ottima salute.
Ieri l’esecutivo straordinario e la riunione in videoconferenza con i 32 presidenti delle Federazioni internazionali (incluse le 5 che in Giappone sbarcheranno ai Giochi per la prima volta: surf, skateboard, karate, arrampicata, baseball-softball); oggi l’incontro virtuale con i rappresentanti degli atleti e i Comitati olimpici nazionali (per l’italia, online alle 11.30, il presidente Malagò e il capo delegazione Mornati). In due giorni il Cio affronta e risolve il problema più grosso provocato fin qui dal virus: l’epidemia di cancellazioni di tornei preolimpici e qualificazioni. L’ultima l’altro ieri a Londra, dove il pugilato avrebbe dovuto fare la sua selezione ma le misure restrittive imposte dal premier inglese Johnson hanno boicottato il torneo in corso d’opera, indispettendo non poco il Cio, cui resta il cerino in mano: poiché la Federazione mondiale del pugilato amatoriale (Aiba) è decapitata e sospesa per corruzione e mazzette, le qualificazioni della boxe rimangono in collo a Losanna.
Con il 53% di atleti già qualificati su un contingente di circa 11mila (la tanto auspicata parità di genere forse andrà sacrificata alla necessaria capacità di improvvisazione richiesta dall’emergenza), resta da assicurare un’equa possibilità di andare a Tokyo al 43%. Servirà flessibilità da parte delle Federazioni ma la cornice in cui muoversi è stata fornita ieri dal Cio: varranno i risultati già acquisiti sul campo, in alternativa i ranking (per gli sport che li hanno, a partire dai due maggiori: atletica e nuoto) o gli «historical results» (per esempio la pallanuoto femminile potrebbe basarsi sulla World League 2019). Non è escluso uno sforamento delle quote (previsto fino a un margine di mille atleti in più): si valuterà caso per caso, sport per sport, Federazione per Federazione.
La deadline del 10 aprile, superata dagli eventi, non è stata rimpiazzata. Entro il 6 luglio, chi c’è c’é. Ci sarebbe anche un caso Russia sul tavolo.
Il 57% è qualificato Stabiliti i criteri per il restante 43% degli atleti. La grana Russia, il problema boxe
E di non facile soluzione: il Tas ha sospeso i lavori fino a maggio. Ma intanto la Iaaf ha riaperto la porta ai russi puliti sotto bandiera neutrale (in cambio di 10 milioni di euro pagabili in due comode rate).
Una lotta contro il tempo, sperando nella remissione del virus, nel caldo che lo debelli, nella precisione dei partner giapponesi, che hanno già pronti tutti gli impianti. «Che gli atleti continuino ad allenarsi» l’incoraggiamento di Bach. E che Dio ce la mandi buona.