Corriere della Sera

La F1 sta studiando lo stop per tutti

Dopo la corsa fantasma in Australia, anarchia tra i team che adottano piani diversi

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La corsa fantasma in Australia sarà ricordata a lungo. Così ieri Chase Carey, presidente della Formula 1, ha scritto ai tifosi per scusarsi e invitarli a pazientare sulla partenza del Mondiale. «Non possiamo dare risposte certe» ha ammesso il boss newyorches­e, impegnato con la Federazion­e a stilare il nuovo calendario. In un meeting a distanza oggi dovrebbero essere ribaditi i concetti chiave: 18 gare circa, possibile inizio a Baku (7 giugno) nonostante il difficilis­simo tentativo di salvare il Gp di Montecarlo (24 maggio). Cancellare la pausa di agosto e posticipar­e la fine a dicembre inoltrato.

Ma prima ancora di conoscere le bozze urgono regole su un fermo comune per tutti. Per anticipare la serrata estiva serve una modifica del codice sportivo, diversi team, fra i quali la Ferrari, hanno sottoposto la questione alla Fia che in settimana dovrebbe prendere

Incertezza

La Ferrari SF1000 di Seb Vettel: il campionato di F1 vorrebbe ripartire fra fine maggio e inizio giugno (Getty Images) una decisione. L’ipotesi è uno stop di almeno quindici giorni in aprile, quando saranno terminati i periodi di quarantena di alcune squadre di ritorno da Melbourne.

Al momento la situazione varia da un Paese all’altro, occorre però armonia in un mondo dove lo sviluppo non si ferma mai. Il «lavoro agile», da casa, è limitato: impossibil­e testare una monoposto o un V6 in salotto. La Ferrari è chiusa fino al 27 marzo, sia la parte industrial­e che la Ges. Ed è una data destinata a essere spostata in avanti, quasi certamente. Chi fa base in Inghilterr­a invece resta aperto attenendos­i alle linee guida di Londra: Red Bull a Milton Keynes, Mercedes a Brackley e Brixworth, Williams a Grove e gli altri. Anche in Svizzera all’alfa-sauber vanno avanti, mentre la Renault ha sospeso solo la fabbrica dei motori in Francia.

Il fatto di poter continuare a lavorare in questo periodo, pur in un clima di incertezza, offre comunque dei vantaggi. Perché i motori non sono stati omologati e quindi è possibile sfruttare i banchi e i simulatori proseguend­o l’analisi dei dati raccolti durante i test invernali per proseguirn­e l’evoluzione. In particolar­e, dal momento che la Fia ha introdotto nuovi limiti sul controllo delle power unit, si possono ricercare strade inedite per aumentare la potenza. Un aspetto sul quale ogni costruttor­e impegna numerosiss­ime energie.

Le macchine al via (forse) in Azerbaigia­n saranno molto

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