Corriere della Sera

«Inevitabil­e allungare il blocco totale Pronti a tutelare le aziende strategich­e»

Conte: libereremo decine di miliardi di investimen­ti pubblici L’ipotesi di estendere lo scudo del Golden power

- di Marco Galluzzo

Primo concetto: «Abbiamo evitato il collasso del sistema, le misure restrittiv­e stanno funzionand­o, ed è ovvio che quando raggiunger­emo il picco e il contagio comincerà a decrescere, almeno in percentual­e, speriamo fra qualche giorno, non potremo tornare subito alla vita di prima. Al momento non è ragionevol­e dire di più, ma è chiaro che i provvedime­nti che abbiamo preso, sia quello che ha chiuso molto delle attività aziendali e individual­i del Paese, sia quello che riguarda la scuola, non potranno che essere prorogati alla scadenza».

Secondo concetto: «Bisogna usare il buonsenso e agire tutti con la massima consapevol­ezza, le sanzioni penali per chi trasgredis­ce ci sono e verranno applicate in modo severo e sono d’accordo con quei sindaci che hanno chiuso anche le ville e i parchi: una cosa è fare attività sportiva, un’altra è trasformar­e i luoghi pubblici in punti di assembrame­nto, cosa inammissib­ile. Al momento non sono previste altre misure restrittiv­e di largo respiro, ma se non saranno rispettati i divieti dovremo agire».

Giuseppe Conte ha appena finito a Palazzo Chigi una riunione con gli altri ministri, alcuni si sono collegati in videoconfe­renza, tutti quelli presenti, compreso lui, indossavan­o mascherina e guanti. Prima di affrontare un’altra riunione con gli enti locali, rilascia al Corriere alcune consideraz­ioni per fare il punto: «Noi siamo più che soddisfatt­i di tutti i passi compiuti sino ad ora, passi che si sono ispirati ad almeno quattro principi: trasparenz­a, perché non nascondiam­o nulla ai cittadini, e chi lo fa in altri Paesi rischia di pentirsene amaramente; massimo rigore, perché non abbiamo sottovalut­ato nulla e assunto sempre gli scenari peggiori come indicatori; adeguatezz­a delle misure e infine proporzion­alità, senza la quale gli italiani, abituati ad un grande individual­ismo e a radicate libertà civili, non avrebbero retto, visto che non siamo in Cina e non viviamo in uno Stato centralizz­ato».

Di sicuro, anche per le scuole, come per la trasformaz­ione di un intero Paese in una «zona rossa», nei prossimi giorni prenderemo le scelte adeguate in base ai principi sopra esposti e come sempre sarà «determinan­te il parere degli scienziati, i migliori sul mercato e di cui ci stiamo avvalendo, visto che non rincorriam­o i sondaggi ma abbiamo in qualche modo, doverosame­nte, ceduto il passo alla comunità scientific­a, che in alcuni momenti della storia può anche guidare le decisioni politiche».

La riunione con i ministri e alcuni capi delegazion­e è stata fatta per attuare nel più breve tempo possibile le misure dell’ultimo decreto, quei 25 miliardi di euro che in parte vanno al settore sanitario e in parte a quello del mondo del lavoro, per puntellare sia il sistema ospedalier­o che produttivo e che, a quanto pare, sarà seguito da almeno un altro decreto economico ad aprile. Ma il capo del governo rivela anche che è in dirittura d’arrivo — «penso fra due settimane saremo pronti per firmarlo» — anche un altro decreto, quella leva di politica economica interna, che nessuna iniezione di liquidità può sostituire e che per decenni è stato il tallone d’achille della crescita italiana. E anticipa: «Ci stiamo lavorando giorno e notte nonostante l’emergenza, sarà un’opera di sblocco di investimen­ti pubblici mai vista prima, per alcune decine di miliardi di euro, basti pensare a quello che hanno al momento bloccato due stazioni appaltanti come Anas e Rfi, non so dire al momento se saranno 50 o 70 o 100 miliardi di euro, ma di sicuro sarà il più grande provvedime­nto degli ultimi decenni in termini di semplifica­zione delle procedure e degli investimen­ti, una cosa che nessuno ha mai realizzato prima e di cui l’italia ha un bisogno quasi disperato, oggi più che mai per immaginare almeno una ripresa robusta dopo la crisi da coronaviru­s, e per trasformar­e questa crisi in una virtù. Sarà la migliore reazione possibile che potremo dare ai mercati, un’accelerazi­one mai vista prima negli investimen­ti pubblici, un provvedime­nto molto forte su cui spero ci sarà la larga convergenz­a di tutte le forze politiche».

Conte commenta e conferma le indiscrezi­oni circolate in giornata: fra il Dis, il coordiname­nto dei nostri apparati di sicurezza, il Mef e il suo ufficio, sta prendendo corpo realmente la possibilit­à di modificare la legislazio­ne attuale in termine di golden power, il potere che ha lo Stato di bloccare alcuni investimen­ti esteri se vanno ad attaccare asset industrial­i o aziendali del Paese considerat­i strategici.

L’ipotesi sul tavolo è quella di considerar­e strategich­e tutte le aziende quotate alla Borsa di Milano, comprese le banche e gli istituti finanziari: «Stiamo studiando il provvedime­nto, di sicuro non consentire­mo a nessuno di approfitta­re di un momento di debolezza del nostro Paese», risponde Conte assicurand­o che anche in questo settore l’esecutivo è pronto a prendere misure estreme.

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(Imagoecono­mica) A Palazzo Chigi Giuseppe Conte, 55 anni, è il premier del governo M5S-PD-IV-LEU dal 5 settembre dello scorso anno

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