Fontana: vedo persone che non riescono a respirare e gente in giro a passeggio
Appello del governatore al rispetto delle misure «Adesso basta o interverremo ancora Ai medici in pensione chiedo di lavorare con noi»
«Non è una questione di misure o di multe. O almeno, non dovrebbe esserlo. Qui il problema è che da una parte vedo gente che esce a passeggio e dall’altra vedo persone che non riescono più a respirare. Insomma, basta! Lo dico con le buone, ma se non sarà sufficiente bisognerà intervenire ancora».
Anche in queste settimane terribili, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana è stato spesso in grado di offrire, com’è sua attitudine, qualche sorriso e qualche dialogo leggero. Ma oggi no: le frasi sono secche e i toni duri. Perché lui per primo, da governatore di un territorio di dieci milioni di anime, non si nasconde che «la situazione è ancora brutta».
Presidente Fontana, i suoi appelli a restare a casa hanno un tono molto più severo. Perché?
«Perché i numeri di questa epidemia continuano a essere a livelli preoccupanti, perché lungo il mio tragitto quotidiano da Varese a Milano continuo a vedere incolonnate troppe auto e perché io non posso accettare che ogni giorno muoiano tante persone. E allora mi arrabbio con chi sembra non aver capito o finge di non capire».
Cioè chi?
«Cioè tutta questa gente che si vede continuamente per le strade, da giorni, anzi da settimane ripetiamo di restare a casa, e non è un invito così per dire. Davvero chiediamo alle persone di restare a casa, letteralmente, e non perché ci divertiamo a fare i cattivi ma perché questa è l’unica arma che abbiamo ora per interrompere la catena del contagio diffuso. Quindi diciamolo ancora una volta con le buone: restate a casa. Ma se non basterà dovremo pensare a qualcos’altro».
Sembra che il governo intenda porre nuovi divieti sulle attività sportive all’aperto. Ma cos’altro si può immaginare, oltre questo livello di limitazioni?
«Non lo so, davvero, ma io sono convinto che ad agire da disincentivo non sia la durezza ma la certezza della pena. Quindi potrebbero anche andare bene le misure attualmente in vigore purché si controlli che siano veramente rispettate, perché stiamo contando troppe morti».
Presidente, ma a che punto siamo? Quanto è brutta la situazione?
«È brutta, è brutta, mi dispiace ma non possiamo girare intorno alla realtà. Nei nostri ospedali ci sono medici e infermieri che stanno facendo cose sovrumane, perché davvero non è immaginabile che una persona possa lavorare in quelle condizioni di stress per così tante ore al giorno per tre settimane consecutive, senza riposare, magari senza nemmeno mai uscire dall’ospedale. E io vorrei che quelli che escono a passeggiare perché vedono una bella giornata di sole provassero a soffermarsi su cosa possa significare dover badare contemporaneamente a quattro, cinque-sei pazienti che faticano a respirare e sono attaccati a un filo di vita».
A proposito di medici, arriveranno i rinforzi che state cercando?
«Il ministro Boccia ha preso una bellissima iniziativa, proponendo alle altre Regioni, non ancora così colpite dall’epidemia di mandare qualche loro specialista da noi in Lombardia. E poi io ho lanciato un appello ai medici e infermieri in pensione e a quelli che lavorano nei poliambulatori privati: venite a lavorare con noi per tre o sei mesi o anche a lungo termine se volete».
E per tutto questo non si bada a spese...
«Ma certo che no, in guerra non si risparmia sulle munizioni. Abbiamo richieste specifiche e crediamo che le somme messe a disposizione non siano sufficienti per la Lombardia. La Spagna ha investito 200 miliardi, se si vuole evitare che un territorio strategico come questo vada in crisi, bisogna essere in grado di fare un sacrificio di questa grandezza. E se questi soldi non li abbiamo, li troviamo, investiamo anche il denaro
che non abbiamo. E comunque stiamo assistendo a una grande prova di generosità dei Lombardi e non solo da parte loro».
Molte donazioni convergono sul progetto di ospedale da allestire nei padiglioni della Fiera. A che punto è questa operazione?
«Ci stiamo lavorando, noi andiamo avanti e anche il governo ha ritenuto utile e importante la realizzazione di questo hub della rianimazione. Tanto è vero che ha preso a modello l’esempio dell’ospedale della Fiera dicendo che ne vuole realizzare anche per il Centro Italia e uno per il Sud. Ciò mi inorgoglisce e mi rafforza. Ora vediamo di che entità sarò l’aiuto che potrà arrivarci da Roma, soprattutto in termini di materiali. Ma capisco che le richieste sono tante da tutta Italia».
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L’ospedale alla Fiera Vediamo che aiuto ci darà Roma per l’ospedale alla Fiera, ma capisco che le richieste sono tante