Fanno paura i 3.785 positivi «Chi non ha un amico malato non può capire cosa succede»
Casi in continua crescita, Orzinuovi il paese più colpito Un fondo per i cittadini in difficoltà economiche Il sindaco Del Bono: nessuno sarà più lo stesso di prima
BRESCIA C’è chi ancora apre il retro della sua trattoria e ci organizza cene con gli amici e karaoke. O gruppi di ragazzini che si ubriacano al parco. Succede a Brescia, dove i numeri dell’emergenza coronavirus sono davvero impietosi. E dove, adesso, l’epidemia cresce più che a Bergamo. In un giorno 484 nuovi casi, contro i 312 bergamaschi. La conferma arriva dall’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera: siamo a 3.785 positivi (e 465 decessi, il 15% del totale nazionale). La città resta la più colpita della sua provincia, con 607 casi e 78 morti, mentre Orzinuovi, nella Bassa, si conferma il paese con il maggior numero di positivi: sono 148, oltre a 28 vittime. La progressione dei lutti è impressionante: si è passati dai tre decessi del 1 marzo ai 465 di ieri. Un balzo del 15333%.
Il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, la riassume così: «Questi giorni sono il nostro 11 settembre». E annuncia una serie di misure adottate in giunta, come la sospensione delle rette di asili nido e materne, lo spostamento dei termini di pagamento e un fondo con i primi 500 mila euro per i cittadini in difficoltà. «Perché per gli americani quella data rappresenta il crollo delle certezze, il dolore di una comunità intera, una botta psicologica dalle ripercussioni attuali», dice. «E chi non ha conosciuto un parente o un amico malato non può capire. Viviamo un’emergenza di proporzioni enormi, che cambierà il nostro modo di essere». Lui continua a ribadirlo: «Bisogna stringere di più le maglie, differenziare i provvedimenti a seconda delle zone e delle situazioni, anche in Lombardia. Non è possibile ci siano ancora tante attività produttive aperte». La voce di Del Bono tradisce la preoccupazione. Anche se poi dice che fare il sindaco significa «essere baluardi forti, in grado di dare prospettive di speranza: più saremo rigorosi e prima ne usciremo, insieme». Gli fa eco Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera:
«Brescia, la mia città, è in grande difficoltà. So quanto lavorano i sanitari, eroi che non smetteremo mai di ringraziare. Ma anche noi dobbiamo fare la nostra parte e restare a casa». Eppure fuori dal Pronto soccorso la gente si mette in fila e aspetta. Michela Bezzi, pneumologa, coordina un’unità Covid ed è nella task force di un ospedale hub come il Civile: «Le caratteristiche della malattia all’inizio hanno
d
I sanitari sono eroi che non smetteremo mai di ringraziare Ma noi dobbiamo fare la nostra parte e restare a casa
Il danno alle imprese Sul biennio sono previste perdite da 25 miliardi per le imprese del territorio
portato in prima linea gli infettivologi, poi, per i casi più gravi, i rianimatori e noi pneumologi. Ora siamo tutti in trincea, in una situazione che evolve ogni giorno. Prevediamo raggiunga il clou attorno al 26 marzo». Per fortuna aumentano anche le dimissioni.
Gravi anche le difficoltà del sistema economico: il Cerved stima perdite da 25 miliardi per le imprese locali sul biennio. Dati che vanno di pari passo con la richiesta all’ue del presidente Aib, Giuseppe Pasini, affinché sia riconosciuta la «prova della causa di forza maggiore» sui contratti di fornitura che le aziende non riusciranno a evadere per la chiusura degli stabilimenti.