«No a screening di massa Più test sui casi sospetti, i loro contatti e i sanitari»
Guerra (Oms): vanno attuate misure congiunte
ROMA «Non ne usciremo il 3 aprile. Anche se le misure restrittive attuate dal governo a più riprese dovessero incidere sensibilmente sul calo della curva di infezioni è probabile che l’italia dovrà mantenere alta la guardia, con tutte le limitazioni che ne derivano». Nel parlare di previsioni e della possibilità di allentare la «cintura di sicurezza» si lascia scappare una smorfia Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’organizzazione mondiale della sanità, ex capo della Prevenzione al ministero della Salute, distaccato a Roma dall’agenzia di Ginevra per seguire da vicino l’evoluzione della pandemia in Italia.
Gli screening di massa con tamponi a tutta la popolazione hanno senso?
«L’oms non ha cambiato idea sui test. Più degli screening di massa è fondamentale aumentare il più possibile i test su tutti i casi sospetti e su tutti i loro contatti per garantire che queste persone entrino in quarantena e vengano seguite da una struttura sanitaria. L’attenzione deve essere concentrata su questi individui e sugli operatori sanitari, che devono fare più test. Vanno quanto più possibile attuate misure congiunte in queste situazioni. Più la risposta è univoca più il virus potrà essere contenuto».
Cosa succederà dopo il 3 aprile? Potremo recuperare parte della normalità?
«Ritengo che si dovrà andare avanti con misure di contenimento oltre quella data, soprattutto se vedremo, come ci auguriamo, che hanno funzionato e i casi hanno preso a scendere. C’è un altro motivo per cui sarebbe pericoloso rompere le righe. Siamo circondati da Paesi dove il Covid19 è in piena esplosione e non potremmo permetterci di correre il rischio di importare nuove infezioni dall’estero. Sarebbe impossibile fermare i cittadini europei alle frontiere».
I nostri vicini europei hanno sottovalutato? Quasi deridevano l’italia quando sembravano risparmiati dai focolai...
«Tre giorni fa sono tornato da Ginevra, sede dell’oms, e all’aeroporto c’era la calca. Se anche avessero serrato i ranghi il giorno dopo sarebbe stato tardi. Un atteggiamento del tutto irragionevole, mostrato un po’ da tutti i governi.
Era prevedibile che la pandemia non avrebbe risparmiato l’europa e che non si sarebbe limitata a colpire l’italia e basta».
Quando si potrà vedere uno spiraglio di luce in fondo al tunnel?
«La luce è quella che vedono adesso Cina e Corea del Sud, Paesi dove le misure sono state aggressive, immediate e hanno avuto pieno successo. Il modello di riferimento, ci piaccia o no, è quello. Sappiamo però che quel modello non può essere calzato da tutti e allora i risultati non possono essere altrettanto sensibili. Segregazione, distanziamento sociale, isolamento domiciliare, quarantena. In assenza di terapie e vaccini sono solo questi gli interventi possibili».
L’oms ha un sistema di sorveglianza delle epidemie pensato per scongiurare emergenze del genere. Eppure il coronavirus ha colto il mondo di sorpresa, come mai?
«La velocità di questo virus ha sorpreso tutti quanti, non ci aspettavamo che si diffondesse in tempi così rapidi. La
Cina non ha tardato nel segnalare la presenza, nella città di Wuhan, di morti. Ha scoperto una forma di polmonite non identificata, l’allarme è stato dato quando c’erano gli elementi per affermare di essersi trovati di fronte a un agente infettivo sconosciuto. I Paesi devono preparare piani epidemici da attivare immediatamente, quasi in automatico».
Il virus si trasmette tramite gli oggetti?
«Dai tempi della Sars non esiste un caso documentato di trasmissione ambientale, ovvero avvenuta senza un contatto interumano. È un rischio teorico, che non significa possibile. Purtroppo in medicina il rischio zero non esiste».
d Un po’ tutti i governi hanno mostrato un atteggiamento irragionevole. Era prevedibile che il virus non avrebbe risparmiato l’europa
Le misure «Dovranno continuare oltre il 3 aprile, anche per non importare di nuovo l’infezione»