Primo discorso di Merkel ai tedeschi «Tutto verrà messo alla prova»
La cancelliera a reti unificate: «Questa sfida dipende dal nostro senso di solidarietà». L’incubo di 10 milioni di contagi, progetto per attrezzare hotel e arene
In tedesco «il Discorso alla Nazione» è il messaggio che un cancelliere tiene per comunicare su un tema particolarmente importante. Quello di ieri è stato il primo di Merkel
Robert Koch Institut, Lothar Wieler, «se la popolazione tedesca non si atterrà alle misure di prevenzione decise dal governo, rischiamo di avere in pochi mesi 10 milioni di contagiati».
Wieler ha parlato di un’accelerazione «esponenziale dell’epidemia» nei sedici Laender federali e invitato la popolazione a ridurre ulteriormente i contatti sociali per fermare il contagio da persona a persona. Nello scenario peggiore, evocato nei giorni scorsi anche dalla cancelliera, il 60% dell’intera popolazione tedesca rischierebbe di essere contagiato: vorrebbe dire circa 50 milioni di persone. Nel suo discorso Merkel ha ricordato come la Germania abbia uno dei migliori sistemi sanitari del mondo, ma ha avvertito che gli ospedali tedeschi potrebbero entrare in crisi di fronte a troppi malati di coronavirus, concentrati in un breve arco di tempo.
Per la Germania l’appello di un cancelliere al Paese è un fatto eccezionale, che di regola accompagna momenti fatali della vicenda nazionale: Helmut Schmidt lo fece una volta sola nel ’77, durante l’autunno tedesco mentre il Paese era sotto l’attacco del terrorismo della Raf, le Brigate Rosse tedesche; in sedici anni al potere Helmut Kohl usò la procedura appena due volte, il 1° luglio 1990 al momento in cui entrò in vigore il cambio 1 a 1 tra il marco dell’ovest e quello dell’est, e il 2 ottobre dello stesso anno alla vigilia della Riunificazione; anche Gerhard Schroeder parlò due volte ai tedeschi: il 24 marzo 1999 per spiegare l’intervento tedesco nella guerra del Kosovo, il primo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, e il 20 marzo 2003 per il motivo opposto, cioè il rifiuto di partecipare all’invasione dell’iraq decisa unilateralmente dagli Stati Uniti.
Intanto Il governo federale e la conferenza dei Laender hanno deciso un piano di emergenza per gli ospedali, che prevede di attrezzare una serie di strutture come centri di riabilitazioni, cliniche private, hotel di proprietà pubblica e alcune arene, dotandole anche di posti di terapia intensiva, per curare gli ammalati di coronavirus. L’obiettivo è raddoppiare le stazioni di terapia intensiva, che attualmente sono 28 mila in tutta la Germania.
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