LE BORSE RISALIRANNO MA CHI PENSA AL
LAVORO?
Caro Aldo, non Milano capisco è chiuso perché il bar qui sotto a casa mentre la Borsa resta aperta a bruciare ricchezza. Vedo che Wall Street va anche peggio. E non si vede la fine. Siamo messi come nel 2008?
P Caro Franco,
erché abbia lo Posso so un chiuso la dirle neanch’io. giorno Borsa questo: neanche non non Reserve in ha America fatto in la poche Federal ore cose che nel 2008 avevano richiesto mesi. Azzerati i tassi, il che significa che le banche possono prendere denaro a prestito senza pagare interessi; investiti 700 miliardi di dollari in titoli di Stato per finanziare il debito pubblico tenendo bassi i costi per il bilancio federale; accordi con cinque Banche centrali, compresa la Bce, per rifornirle di dollari (il dollaro resta la valuta di riferimento del sistema globale).
Purtroppo tutto questo non ha dato conforto a Wall Street. Il motivo è semplice: le aspettative restano negative. La percezione diffusa è che siamo appena all’inizio della crisi da coronavirus. Non sappiamo quante vite costerà, né quanta ricchezza sarà bruciata.
Se, come tutti ci auguriamo, tra un mese e mezzo (forse più per l’america, che ha conosciuto l’epidemia dopo e ha perso tempo anche per la sottovalutazione iniziale di Trump) vedremo la luce in fondo al tunnel, Wall Street andrà meglio. Del resto era arrivata ai massimi storici; la bolla, sia pure in modo meno repentino e traumatico, sarebbe comunque scoppiata. Il problema è che il 2008 ci ha insegnato che l’economia reale non è separata da quella finanziaria.
La ricchezza che crea finisce in parte nelle tasche degli operatori e nei paradisi fiscali; ma in parte arriva ai fondi pensione, ai risparmiatori. Quando si ammalano le Borse, anche le aziende si sentono poco bene. Quante non riapriranno? Quanti lavoratori perderanno il posto?
L’america può permettersi di garantire tagli alle tasse e denaro cash a chi ne ha bisogno. L’europa avrà abbastanza solidarietà e lungimiranza per farlo? Limitarsi a dire all’italia che può spendere quello che vuole, senza garantire e in parte rimborsare l’ulteriore debito, è un modo per disinteressarsi della nostra emergenza nazionale.