Un depuratore green per il lago di Puccini
Sarà pronto in estate (Covid-19 permettendo), e subito comincerà a rendere molto più limpide e pulite le acque del lago di Massaciuccoli, il ritiro toscano di Giacomo Puccini, che aveva acquistato una casa a Torre, sulla riva occidentale del bacino. In questa oasi naturale, ma non certo risparmiata dall’uomo, sono in corso i lavori che daranno vita al più grande impianto di fitodepurazione d’europa. L’opera, finanziata dalla regione con 2,4 milioni, vede protagonista il Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord-viareggio, che fa parte di Anbi, il network di oltre 140 consorzi che con 800 idrovore tiene asciutta buona parte dell’italia.
«L’iniziativa sta raccogliendo interesse anche all’estero», dice Ismaele Ridolfi, presidente del consorzio, «sulla depurazione naturale siamo all’avanguardia». Ad Acqua Campus vicino a Bologna, centro di ricerca di Anbi, in “vetrina” con altre tecnologie agritech, c’è anche un mini impianto di fitodepurazione: facendo scorrere l’acqua in un corridoio formato da piante scelte accuratamente, ha luogo una depurazione naturale che abbatte nitrati e fosfati, provenienti anche dai fertilizzanti usati in agricoltura.
La tecnica (già impiegata per disinquinare il bacino scolante della laguna di Venezia) verrà utilizzata nel lago di Massaciuccoli. È pronta la piattaforma per l’idrovora che riporterà nel bacino l’acqua che verrà fatta passare attraverso le “vasche” dell’impianto, disteso su una superficie record di 45 ettari. «Sulla base delle ricerche svolte con la Scuola superiore Sant’anna di Pisa», spiega Ridolfi, «saranno abbattuti del 50-60% nitrati e fosfati», che alimentano le alghe dando vita al problema della eutrofizzazione, con la diminuzione dell’ossigeno in acqua e la progressiva degradazione dell’ambiente. In questo caso, oltre ai concimi, contribuisce il processo di disfacimento dei terreni torbosi. «L’impianto depurerà 200 litri di acqua al secondo», aggiunge il presidente, «con effetti positivi anche sulla biodiversità».