Corriere della Sera

Mutuo soccorso

Impasse Dopo il rinvio degli Europei, il calcio discute come e quando riprendere l’attività: il balletto delle date Si chiede ai giocatori il «taglio degli ingaggi» La Lega di A valuta il 20-30% in meno, Aic contraria E tutti litigano sulla ripresa degli

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Tolto di mezzo l’ostacolo Euro 2020, la strada è tornata parzialmen­te agibile, serve ora la volontà di percorrerl­a insieme. La Lega serie A però procede in ordine sparso e si spacca. Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ritiene che «il campionato possa riprendere il 3 maggio, almeno lo speriamo. Valuteremo poi se a porte aperte o chiuse».

Trovato l’accordo sulla data, emergenza coronaviru­s permettend­o, bisogna capire in quale misura il forzato stop impatterà sui conti della serie A. Proiezioni ottimistic­he stimano la perdita minima da

d Gravina In questo momento parlare di taglio degli ingaggi non è un tabù

d Spadafora Ritengo che la serie A possa riprendere il prossimo 3 maggio

a 200 milioni, le più catastrofi­che di 720, nel caso in cui non terminasse la stagione. Per questo, dopo aver ottenuto dal governo una sospensiva sui contributi da versare a fine marzo, si discute di tagliare una percentual­e dello stipendio dei calciatori, per ripartire il danno tra le varie componenti. «Il taglio degli ingaggi in questo momento di emergenza non è un tabù», ha fatto notare il presidente della Figc, Gabriele Gravina.

In Lega se ne parla, anche se farlo ora, quando non si sa se si potrà riprendere o meno, è più un modo per sondare il terreno. L’assocalcia­tori che non ha potere negoziale è ovviamente contraria. Si ipotizza, come prima richiesta, una decurtazio­ne che oscilla tra il 20 e il 30% dell’ingaggio. Di certo, in un momento di sacrifici economici per il Paese, sarebbe un autogol per i giocatori non voler rinunciare a una percentual­e dei guadagni. Il tema accende gli animi. Damiano Tommasi, presidente Aic, prende tempo: «Abbiamo interesse che l’equilibrio economico venga preservato.

Valuteremo tutti gli elementi, mancati introiti, rinvii, cancellazi­oni, i contributi governativ­i e internazio­nali ricevuti: tutti questi ci diranno quale sarà il ruolo dei calciatori».

Dove invece la calma si è proprio persa è sul tema della ripresa degli allenament­i. Ieri,

in uno dei tanti tavoli aperti per discutere la situazione, c’è stato un acceso scontro dialettico tra l’ad dell’inter, Beppe Marotta, e il presidente della Lazio, Claudio Lotito. Il dirigente dell’inter ha difeso la linea dei medici sportivi, il cui consiglio è fermarsi fino al 3 di aprile, il patron dei biancocele­sti è invece il capofila delle squadre, tra cui Napoli, Lecce, Cagliari, decise a ricomincia­re l’attività lunedì. Lotito si fa forte del decreto governativ­o, Marotta richiama all’uniformità della competi160

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