Il ruolo vitale delle tv locali e le «ricette» improbabili di Panzironi
In questo momento difficile, meritano una particolare attenzione le tv locali, le cosiddette tv di territorio. Producono centinaia di ore in diretta, parlano di comuni e centri abitati normalmente ignorati dalle tv generaliste, svolgono un compito che spesso i Tg regionali della Rai ignorano, presidiano il territorio, casa per casa, sono un punto di riferimento per le amministrazioni locali e per la regione tutta. E molti giornalisti, giusto segnalarlo, lavorano sulla soglia della cassa integrazione e dell’isolamento.
Proprio per questo, mi sale la rabbia nel vedere che alcune tv locali (sul mio televisore appare la scritta Canale Italia), continuano a mandare in onda i programmi di Adriano Panzironi, nonostante il giornalista-imprenditore sia stato sanzionato dall’antitrust e dall’agcom e sia indagato per esercizio abusivo della professione medica.
Nonostante il ministero della Salute abbia imposto alle sue trasmissioni queste sovrimpressioni: «Il sig. Adriano Panzironi non possiede alcun titolo abilitante alla prescrizione o elaborazione di diete, il ministro della Salute invita a consultare sempre il proprio medico curante. Attenzione: secondo il parere del Consiglio superiore della sanità, emesso nella seduta del 9 ottobre 2018 il metodo “Life 120” si basa su argomentazioni non supportate da evidenze scientifiche e incorre in imprecisioni ed errori gravi».
Mi chiedo anche perché Panzironi venga invitato nei talk a esporre la tesi secondo cui l’assunzione di 6-8 grammi di vitamina C aiuterebbe a prevenire il coronavirus. Nella delicatissima situazione in cui ci troviamo, fare finta informazione medica, per di più a pagamento, è una pratica corretta? Le tv locali che vivono sul gioco del lotto, sui Panzironi, su imbonitori di ogni tipo hanno gli stessi diritti e doveri di quelle che fanno informazione? Forse l’agcom dovrebbe intervenire con sollecitudine per separare il grano dal loglio.