«Fuga» dalla quarantena Higuain vola in Argentina
Higuain vola in Argentina dalla madre malata, partono anche Pjanic e Khedira. Il caso di Thiago Silva
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Se c’è un altro calciatore, oltre Cristiano Ronaldo, legato alla madre in modo speciale, quello è Gonzalo Higuain. E non è un caso, se dopo il portoghese che si è trattenuto a Madeira già dall’inizio della scorsa settimana, sia stato il Pipita il secondo a tornare a casa, per stare vicino alla mamma malata.
Certo, le modalità della partenza dello juventino, in assenza di comunicazioni, sono sembrate inizialmente quelle di una «fuga». Higuain era in isolamento domiciliare volontario dopo la positività del suo compagno di squadra Daniele Rugani, ma una volta avuto il risultato negativo del tampone effettuato nei giorni scorsi, si è recato in aeroporto a Torino, con la documentazione sanitaria in regola. Nella serata di mercoledì il giocatore ha preso un volo privato per Marsiglia, con il quale poi ha raggiunto la Spagna e da lì l’argentina: che non si tratti di una fuga, lo conferma non solo il fatto che la Juve fosse, com’è naturale, informata degli spostamenti del suo giocatore (oltre che di Khedira, partito per la Germania e Pjanic volato in Lussemburgo). Ma purtroppo anche il fatto che il Sudamerica sia finito nell’incubo del coronavirus. E che a Buenos Aires il governo stia chiudendo tutto.
Proprio la pericolosità del virus per le persone già debilitate da altre patologie ha convinto Higuain a tornare in patria. Due anni fa, il Pipita aveva rivelato che a causa della malattia della madre aveva pensato di smettere con il calcio. Ma era stata proprio lei, sua prima psicologa oltre che sua prima tifosa, a impedirgli «di rinunciare al suo sogno e al suo lavoro per colpa mia». Nel 1988 fu proprio Nancy, con l’istinto che hanno solo le madri, a correre in ospedale e a salvare in questo modo la vita a Gonzalo quando aveva solo dieci mesi e fu colpito da una meningite. Da allora, l’ultimo di quattro figli maschi della pittrice di lontane origini palestinesi e del difensore Jorge Higuain, ha un rapporto privilegiato con la madre, come ha sempre raccontato, senza il minimo timore di apparire «mammone».
La paura di Higuain, così intima e privata, sembra diversa da quella che ha attanagliato la famiglia di Thiago Silva: «Siamo tornati in Brasile perché a Parigi era diventato un problema trovare il cibo nei supermercati...» ha spiegato la moglie del difensore del Psg, attirandose le ire dei tifosi francesi. Anche Neymar è volato verso casa, rifugiandosi a Mangaratiba, a cento chilometri da Rio, già sede del ritiro mondiale dell’italia.
Quello che ha fatto infuriare tutti è Luka Jovic, in isolamento volontario come i compagni dopo la positività di un giocatore della sezione basket del Real Madrid. L’attaccante, bocciato da Zidane, è volato a Belgrado per completare la quarantena celebrando il compleanno della
«Poco cibo a Parigi» Il brasiliano del Psg: «A Parigi difficile trovare cibo». Jovic fa infuriare il governo serbo
sua fidanzata e passando da un locale all’altro. Per censurarne il comportamento, sono intervenuti sia la prima ministra serba, che il responsabile degli affari interni: «Avete visto tutti — ha detto la premier Brnabic — l’esempio negativo dei nostri giocatori che tornano dall’estero, dove hanno contratti milionari. Vengono qui e ignorano l’autoisolamento: le autorità devono considerare il problema». La grande paura è nella sala delle partenze. Ma ormai anche in quella degli arrivi.