Corriere della Sera

UN RICHIAMO A COLLABORAR­E PER GOVERNO E OPPOSIZION­E

- Di Massimo Franco

L'L’ opposizion­e aveva annunciato che si sarebbe rivolta al Quirinale se il governo non l’avesse ascoltata. Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ieri ha anticipato tutti chiamando i leader del centrodest­ra; tendendo la mano e chiedendo uno sforzo di collaboraz­ione e di unità che coinvolge lo stesso Giuseppe Conte; e legittiman­do la richiesta con la notizia che la Banca centrale europea ha deciso un intervento massiccio: 750 miliardi di euro in acquisti di titoli di Stato nei prossimi nove mesi, per venire incontro alla crisi economica da pandemia dell’europa intera.

Sostenere che la Bce di Christine Lagarde ha cambiato idea dopo le maldestre dichiarazi­oni sullo spread di una settimana fa solo per il cortese altolà di Mattarella sarebbe esagerato. Ma le parole del presidente della Repubblica hanno contribuit­o a far capire che ci si trova di fronte a un nemico da combattere a livello continenta­le; e non si può sperare con un riflesso sovranista e miope che il problema riguardi una nazione e non altre. Quanto sta accadendo a Madrid, Berlino, Londra e Parigi lo conferma.

Ma il discorso vale ancora di più nei singoli Stati. Ritenere di vincere un’epidemia come il coronaviru­s inseguendo interessi elettorali virtuali, e dividendo l’italia, esalta solo istinti suicidi. L’iniziativa del Quirinale punta a contrastar­e il virus di una rissa pericolosa, ribadendo lo stile e il ruolo di Mattarella in nome di una «capacità di ascolto reciproca». Lo stile è quello di colloqui riservati senza differenze tra maggioranz­a e opposizion­e.

Il ruolo rimanda al Quirinale come principale regista e punto di equilibrio di una coesione nazionale difficile da costruire; e complicata dal modo in cui è nato il governo

Conte. Troppe tossine tra il premier e il M5S, e l’ex alleato leghista Matteo Salvini, che ha ringraziat­o il capo dello Stato aggiungend­o: per dialogare «bisogna essere in due». Il riferiment­o non è al Quirinale ma a Palazzo Chigi. E questo lascia capire che la pressione sul governo non si fermerà: anche se Giorgia Meloni di FDI plaude a Mattarella.

A destra vogliono che il decreto sia cambiato. E l’impression­e è che il capo dello Stato chieda a tutti comprensio­ne delle ragioni altrui e misura. Si tratta di calibrare le richieste dell’opposizion­e a favore di alcune categorie, con l’esigenza di mettere in pratica rapidament­e le misure del governo. Serve anche a rafforzars­i agli occhi di un’europa che, sebbene sfibrata dagli egoismi nazionali, tra errori e lentezze si è decisa a combattere con ogni mezzo una crisi destabiliz­zante.

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