A 23 anni uccide la madre a coltellate
Uccisa con cinque coltellate all’addome nel cuore della notte. Nel corridoio del suo piccolo appartamento. Ad assassinare Rossella Cavaliere, casalinga di 51 anni, sarebbe stato il figlio 23enne, Andrea Asciano. Dopo il folle gesto è uscito di casa lasciando la madre in una pozza di sangue. L’omicidio si è consumato nella notte tra mercoledì e ieri a San Vito dei Normanni, nel Brindisino, in un palazzo non lontano dal centro della città. Nessuna ipotesi concreta sul movente. Stando comunque alla ricostruzione, intorno all’una e trenta il 23enne si è alzato e ha incrociato la madre nel corridoio. Hanno iniziato a litigare. Una discussione che via via si è fatta sempre più accesa: è possibile, ma si tratta solo di una delle tante ipotesi fatte dagli inquirenti, che il giovane volesse uscire di casa nel cuore della notte e che la madre si sia opposta. Quel che invece sembrerebbe certo è che il 23enne ha afferrato un coltello a serramanico che aveva in casa colpendo la donna senza pietà. Cinque
Dopo il delitto La lite nel cuore della notte in corridoio Il ragazzo ha poi tentato di fuggire
coltellate. In casa pare fosse presente anche un altro familiare che però stava dormendo e che quindi non si sarebbe accorto di nulla. Sono stati invece i vicini di casa che, svegliati dalle urla, hanno dato l’allarme ai carabinieri. Nel frattempo Asciano è andato via di casa. Forse voleva fuggire. Ma, a pochi metri dal portone dell’edificio c’erano già i carabinieri. L’arma del delitto è stata trovata in un muretto a secco non distante dal palazzo. I sopralluoghi sulla scena del crimine sono durati tutta la notte e sulla ricostruzione dei fatti pare non ci siano dubbi. Resta però da capire quale sia il motivo della lite tra i due: qualche dettaglio in più potrebbe arrivare dall’interrogatorio al quale il giovane sarà sottoposto nei prossimi giorni. Dalle testimonianze raccolte dai carabinieri, sembra che madre e figlio avessero discusso animatamente anche la mattina precedente all’omicidio. I controlli dei carabinieri avrebbero però accertato che non c’erano mai state, prima della notte della tragedia, «richieste di intervento anche pregresse da parte della famiglia al 112». Il 23enne è in carcere con l’accusa di omicidio aggravato.