«Assurdo accanirsi contro chi sta nella casa di vacanza»
La famiglia di mia moglie ha casa in una bellissima valle del Trentino; quando le scuole dei miei figli hanno chiuso (a Bologna, dove risiediamo), loro ne hanno approfittato per spostarsi in valle a sciare e io li ho raggiunti prima che scattasse qualsiasi divieto, portando dietro tutto il necessario (smart working) per fermarmi lì qualora fossero scattate, per l’appunto, limitazioni alla libertà di movimento. Le parole del Presidente della Provincia di Trento Fugatti contro chi è nella mia situazione mi sembrano poco opportune e mi creano amarezza. Capisco il rigore contro chi esce per andare alla sua residenza e poi pretende di rientrare come se fosse una vacanza, perché quella in effetti è una violazione del Dpcm del 9 marzo, oltre che un comportamento irresponsabile; ma l’accanimento indiscriminato contro tutti i proprietari di seconde case è assurdo. Perché mi devo sentire braccato o additato come un criminale? Addirittura minacciato, in maniera velata, che non verrei curato se ne avessi bisogno, in quanto non residente? L’italia è ancora una, per fortuna. Il Governo ha spiegato chiaramente che chi era già fuori dalla sua residenza può rimanerci, basta che rispetti le norme sul «restare a casa». Io sto solo cercando di trascorrere un po’ più serenamente un periodo duro, rispettando le regole. La casa qui in Trentino è isolata, i miei bambini che fanno le elementari possono giocare in giardino senza incontrare anima viva. Se nei momenti difficili cominciamo ad alzare muri di odio e a contare chi è dei nostri e chi no, per di più sulla base di criteri irrazionali, perderemo tutto.