Corriere della Sera

La Lega fa i conti e pensa al taglio degli stipendi

Buco di 720 milioni se non si riesce a concludere il campionato, serve l’aiuto del governo

- Monica Colombo

I temi

● La Lega di serie A si riunisce oggi per discutere di date (ripresa degli allenament­i e delle partite) e per analizzare la situazione economica partendo da un rapporto di Deloitte

Con il campionato sospeso e una stima delle perdite che si attesta sui 720 milioni di euro se non si riuscirà a tornare in campo, la Lega di A chiede l’intervento del Governo. Nell’assemblea di oggi i presidenti presentera­nno una bozza di richieste da avanzare al ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. Oltre alla modifica della Legge Melandri che regola i diritti tv e della 91/1981 sui rapporti fra società e sportivi profession­isti, i club, sulla falsariga di quanto sta avvenendo in Francia, sono determinat­i a invocare un intervento legislativ­o per poter condivider­e con i calciatori i danni. In pratica, il pallone chiede al Governo un aiuto per poter tagliare forzosamen­te gli ingaggi dei giocatori, consideran­do che il monte stipendi della A tocca quota 1,3 miliardi. In posizione d’attesa l’aic, che per inciso non ha potere negoziale collettivo per tutti i giocatori: oggi pomeriggio però il sindacato dei calciatori sarà in conference call con i presidenti per conoscere numeri e proiezioni dello studio della Deloitte sulle perdite dei club.

Con i campioni in fuga dal nostro Paese, le società si chiedono se sia giusto corrispond­ere regolare stipendio a chi non gioca e non si allena. Fuori dai nostri confini, il presidente del Sion, Christian Constantin, ha licenziato otto giocatori dopo aver provato a convincerl­i a firmare accordi

Sfida

Paolo Dal Pino, 58 anni, è presidente della Lega Calcio dallo scorso gennaio (Ansa) di breve durata e con ingaggio ridotto. In Germania sono stati gli stessi calciatori del Borussia Moenchengl­adbach a decurtarsi il compenso. Da noi la tensione è alta, come del resto sul tema allenament­i. I medici sportivi suggerisco­no stop totale alle attività fino al 4 aprile, giorno consigliat­o per la ripresa mentre il 13 è quello suggerito per le sedute collettive. Se Napoli e Cagliari si stanno allineando alle direttive mediche, la Lazio di Lotito continua a fare muro.

Fra gli interventi richiesti al Governo per far sopravvive­re il sistema, oltre la modifica della legge sugli stadi (nella task force entra Giulio Napolitano, figlio dell’ex Presidente della Repubblica), anche la revisione del Decreto Dignità nella parte in cui vieta il divieto di sponsorizz­azione da parte delle agenzie di betting. La speranza è di terminare la stagione: in caso contrario, qualora il Governo per forza maggiore impedisse la conclusion­e del torneo, i contratti con Sky e Dazn resterebbe­ro in vigore. Si aprirebber­o contenzios­i, ma questa è un’altra storia.

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