«Sarà pronto tra 18-24 mesi L’obiettivo: portarlo ovunque, anche tra i poveri»
Berkley, ceo sostenuto da Bill Gates
L’americano Seth Berkley, di vaccini, se ne intende. Partendo da «soldato semplice», un po’ di anni fa, ai Centers for Diseases Control di Atlanta (l’istituto che si occupa di monitorare le malattie nel mondo), si è guadagnato, sul campo, i gradi di «generale» nella lotta alle malattie infettive: oggi, a 63 anni, è il ceo, l’amministratore delegato, di Gavi, la Vaccine Alliance, una partnership pubblico-privato che ha come scopo quello di diffondere le vaccinazioni nel mondo, soprattutto nei Paesi più poveri.
«Sono ottimista sulla possibilità di trovare un vaccino contro il nuovo coronavirus
● Seth Berkley, americano, 63 anni, è il ceo di Gavi, Vaccine Alliance, che diffonde le vaccinazioni nel mondo. È sostenuta anche da Bill Gates
— ci dice da Ginevra, dove ha sede Gavi che, fra gli sponsor più importanti, annovera la Fondazione Bill e Melinda Gates, la Banca Mondiale, l’organizzazione mondiale della sanità, molte industrie farmaceutiche e molti governi, Italia compresa —. La sfida potrà essere vinta solo grazie alla cooperazione internazionale».
In effetti c’è una corsa a chi arriva primo, fra istituzioni pubbliche e private.
«La biotech americana Moderna ha prodotto, in tempi record, un vaccino, già in sperimentazione sull’uomo, a Seattle. È costituito da frammenti di Rna (parte del patrimonio genetico del virus, già
sequenziato, Dobbiamo ora valutare la sua sicurezza, la capacità di offrire protezione contro l’infezione nelle diverse età e, se si rivelerà efficace, le possibilità che abbiamo di produrlo su ampia scala».
Ma allo studio ci sono altri tipi di vaccino.
«Sì, da quelli più classici che hanno come obiettivo di stimolare anticorpi contro le proteine di superficie del virus (per impedire che si attacchi alle cellule) a quelli più sofisticati che usano vettori virali (per esempio quello del virus del morbillo, come stanno facendo all’istituto Pasteur di Parigi) per far entrare parti innocue del coronavirus nell’organismo