Contagi esplosi, chiude quasi tutto Ora il virus svuota la Grande Mela
Dalle 20 di domani sera New York chiude. Il Governatore Andrew Cuomo lo ha deciso ieri, nel mezzo di una giornata drammatica e subito dopo l’analogo provvedimento preso in California. Misure drastiche, «all’italiana». I 19 milioni di cittadini del suo Stato dovranno stare a casa il più possibile fino a nuovo ordine. Cuomo ha disposto la serrata di quasi tutte le attività produttive e commerciali «non essenziali». Anche se in realtà la lista di eccezioni è piuttosto lunga: alimentari e farmacie, naturalmente. Ma anche ferramenta, banche, distributori di benzina, tintorie, meccanici, cantieri e molte fabbriche. Treni, metropolitane e bus continueranno a funzionare, anche se l’ordinanza raccomanda di usare i mezzi pubblici solo se «strettamente necessario». Chi esce per fare la spesa o altro, dovrà tenersi almeno a un metro e ottanta di distanza dagli altri.
Divieti particolarmente severi per gli ultra settantenni, che potranno prendere un po’ d’aria brevemente e indossando la maschera protettiva.
Cuomo ha avvertito: «questi non sono dei consigli amichevoli, ma vincoli che faremo rispettare con la forza pubblica». È la risposta a un’emergenza ormai evidente. I casi positivi solo nella Grande Mela sono oltre 5.151, circa un terzo del totale registrato nell’intero Paese.
Gli ospedali si stanno attrezzando, liberando spazi per l’ondata di pazienti in arrivo. Ma lo scenario è difficile,
Il ponte del mito come racconta al telefono Francesco Serafini, direttore della divisione chirurgica oncologica del King County Hospital di Brooklyn: «Entro la prossima settimana ci aspettiamo un’escalation importante, difficile fare previsioni, ma secondo alcune stime a New York, se non ci saranno controlli, alla fine potrebbero essere contagiate fino a 750 mila persone. Il King County Hospital fa parte del circuito ospedaliero pubblico e quindi saremo chiamati a curare pazienti senza assicurazione e con una serie di complicazioni: obesità, diabete, ipertensione eccetera. Il problema sarà procurarsi i ventilatori. Ad Harlem sono già finiti. Noi ne abbiamo 80, che è un buon numero. Ne stanno arrivando altri 30 in più. Ma tra
sette giorni potrebbero non bastare. In alcuni ospedali stanno studiando il modo di collegare due pazienti allo stesso apparecchio. Stiamo anche notando che il virus colpisce anche i più giovani. La scorsa notte nel Bronx i medici hanno dovuto intubare un ragazzo di 29 anni». Il sindaco Bill de Blasio accusa Donald Trump di «aver abbandonato» New York e chiede di mobilitare l’esercito per consegnare i materiali necessari ai presidi sanitari. In città, però, cominciano a essere disponibili i kit per il test. Nelle ultime 24 ore ne sono stati eseguiti oltre 10 mila.
Emergenza anche sull’altra costa, in California. In una conferenza stampa il Governatore Newsom ha citato un inquietante modello matematico: «Se non corriamo ai ripari rischiamo che entro otto settimane venga contagiato il 56% della popolazione», cioè circa 25 su 40 milioni di californiani. Anche qui negozi chiusi, tranne quelli indispensabili. I cittadini potranno uscire, ma rispettando «le giuste distanze». Misure simili anche a Chicago.