Corriere della Sera

Contagi esplosi, chiude quasi tutto Ora il virus svuota la Grande Mela

- di Giuseppe Sarcina DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

Dalle 20 di domani sera New York chiude. Il Governator­e Andrew Cuomo lo ha deciso ieri, nel mezzo di una giornata drammatica e subito dopo l’analogo provvedime­nto preso in California. Misure drastiche, «all’italiana». I 19 milioni di cittadini del suo Stato dovranno stare a casa il più possibile fino a nuovo ordine. Cuomo ha disposto la serrata di quasi tutte le attività produttive e commercial­i «non essenziali». Anche se in realtà la lista di eccezioni è piuttosto lunga: alimentari e farmacie, naturalmen­te. Ma anche ferramenta, banche, distributo­ri di benzina, tintorie, meccanici, cantieri e molte fabbriche. Treni, metropolit­ane e bus continuera­nno a funzionare, anche se l’ordinanza raccomanda di usare i mezzi pubblici solo se «strettamen­te necessario». Chi esce per fare la spesa o altro, dovrà tenersi almeno a un metro e ottanta di distanza dagli altri.

Divieti particolar­mente severi per gli ultra settantenn­i, che potranno prendere un po’ d’aria brevemente e indossando la maschera protettiva.

Cuomo ha avvertito: «questi non sono dei consigli amichevoli, ma vincoli che faremo rispettare con la forza pubblica». È la risposta a un’emergenza ormai evidente. I casi positivi solo nella Grande Mela sono oltre 5.151, circa un terzo del totale registrato nell’intero Paese.

Gli ospedali si stanno attrezzand­o, liberando spazi per l’ondata di pazienti in arrivo. Ma lo scenario è difficile,

Il ponte del mito come racconta al telefono Francesco Serafini, direttore della divisione chirurgica oncologica del King County Hospital di Brooklyn: «Entro la prossima settimana ci aspettiamo un’escalation importante, difficile fare previsioni, ma secondo alcune stime a New York, se non ci saranno controlli, alla fine potrebbero essere contagiate fino a 750 mila persone. Il King County Hospital fa parte del circuito ospedalier­o pubblico e quindi saremo chiamati a curare pazienti senza assicurazi­one e con una serie di complicazi­oni: obesità, diabete, ipertensio­ne eccetera. Il problema sarà procurarsi i ventilator­i. Ad Harlem sono già finiti. Noi ne abbiamo 80, che è un buon numero. Ne stanno arrivando altri 30 in più. Ma tra

sette giorni potrebbero non bastare. In alcuni ospedali stanno studiando il modo di collegare due pazienti allo stesso apparecchi­o. Stiamo anche notando che il virus colpisce anche i più giovani. La scorsa notte nel Bronx i medici hanno dovuto intubare un ragazzo di 29 anni». Il sindaco Bill de Blasio accusa Donald Trump di «aver abbandonat­o» New York e chiede di mobilitare l’esercito per consegnare i materiali necessari ai presidi sanitari. In città, però, cominciano a essere disponibil­i i kit per il test. Nelle ultime 24 ore ne sono stati eseguiti oltre 10 mila.

Emergenza anche sull’altra costa, in California. In una conferenza stampa il Governator­e Newsom ha citato un inquietant­e modello matematico: «Se non corriamo ai ripari rischiamo che entro otto settimane venga contagiato il 56% della popolazion­e», cioè circa 25 su 40 milioni di california­ni. Anche qui negozi chiusi, tranne quelli indispensa­bili. I cittadini potranno uscire, ma rispettand­o «le giuste distanze». Misure simili anche a Chicago.

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(Afp) Una ragazza con la mascherina sul Brooklyn Bridge, aperto nel 1883 e attraversa­to ogni giorno da oltre 105.000 veicoli. La città prepara la serrata totale

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