Corriere della Sera

«Dai sindaci leghisti accuse ingenerose Se non ci fosse lo Stato sarebbero crollati»

Il ministro Boccia: troppe ordinanze locali

- di Monica Guerzoni

Francesco Boccia, il governo ha perso il controllo dell’epidemia?

«Non è così. I contagi riguardano soprattutt­o alcuni focolai del Nord. I risultati dell’ultima stretta, quella più faticosa e dolorosa, non li avremo prima della fine della prossima settimana».

Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha lanciato un disperato appello. Ce la farete a scongiurar­e il collasso del sistema sanitario nazionale?

«È la grande battaglia di queste ore. Giorni fa avevo chiesto alle Regioni di essere solidali e di mettere a disposizio­ne cento medici. Hanno risposto una decina di Regioni, offrendone una sessantina. Abbiamo cambiato schema e ci siamo rivolti direttamen­te ai medici. Siamo stati travolti dalle domande, quasi 8.000».

Bergamo è allo stremo, 243 sindaci della provincia più martoriata implorano di fermare tutto, «ma davvero». E i primi cittadini della Lega accusano il governo di aver fatto cadere le loro richieste nel vuoto. È vero?

«Non è vero, non si può buttarla in politica. Tutti sanno che la Lombardia è la priorità assoluta e che il rafforzame­nto del sistema sanitario nella nostra Costituzio­ne resta esclusivam­ente regionale. Le critiche dei sindaci leghisti sono ingenerose. Se non ci fosse lo Stato sarebbero crollati. Nessuno, in una situazione come questa, può farcela da solo».

Aveva ragione l’opposizion­e, quando chiedeva di chiudere tutto? Avete aspettato perché il governo è diviso tra linea dura di Speranza e cautela di Conte?

«No, il governo è sempre stato compatto, c’è grande responsabi­lità e la consapevol­ezza che si sta chiedendo agli italiani qualcosa che non hanno mai fatto nella vita, restare a casa per diverse settimane. Non so se qualcuno della Lega ha la soluzione in tasca. Qui maestri non ce ne sono. Queste cose si possono fare con gli eserciti con costi molto alti, come accade in alcuni Paesi, oppure con il consenso sociale e la consapevol­ezza di un sacrificio collettivo, come stiamo facendo noi».

Perché non siete riusciti a impedire la corsa alle ordinanze regionali?

«Nessuno ha la soluzione in tasca e c’è una corsa a dimostrare di non essere responsabi­li di un eventuale problema. Le decisioni sui territori più

sono omogenee, più si evita il caos. Su alcune competenze locali, dagli orari dei supermerca­ti alla chiusura di alcune attività non di pubblica attività, molte Regioni non hanno voluto aspettare la mediazione dello Stato, che serve a evitare il panico».

Le lunghe code ai supermerca­ti indicano che gli italiani non si fidano?

«Abbiamo sempre detto che i supermerca­ti e gli ospedali con le rispettive filiere, dalle farmacie ai siti produttivi dell’agroalimen­tare, resteranno aperti, perché salvano vite e alimentano il Paese».

Vi accusano anche di mandare medici e infermieri in guerra «a mani nude»...

«Lo Stato, che si sta occupando di sanità perché c’è una emergenza, ha scoperto che la produzione di mascherine in Italia è sotto il fabbisogno. Ne servono 46 milioni al mese e noi ne produciamo pochissime. Con il commissari­o Arcuri stiamo facendo i salti mortali in giro per il mondo per arrivare a 30 milioni. E il 25 marzo, grazie a un accordo internazio­nale raggiunto dal ministro Di Maio, arriveremo a 46 milioni».

"La polemica di Renzi e Calenda sulla mascherina che tenevo agganciata a un orecchio? Sono basito, ma li conosco Secondo loro avrei irriso l’assessore Gallera con cui invece ho un rapporto cordiale

La Lega, ma anche Renzi e Calenda, hanno chiesto le sue dimissioni per averla vista in diretta tv con quella mascherina appesa all’orecchio.

«Sono basito, la cattiveria è negli occhi di chi guarda. Noi lavoriamo con quelle mascherine Montrasio, che vanno usate nei luoghi di lavoro».

Perché allora quella polemica furibonda?

«Secondo loro utilizzand­ola avrei irriso Giulio Gallera. Una polemica incredibil­e, visto che con l’assessore e con il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, mi sento tutti i giorni e mi hanno ringraziat­o per i medici volontari. Ecco, se con Gallera io ho un rapporto cordiale e istituzion­ale e la polemica la fanno Renzi e Calenda, c’è qualcosa che non torna. Ma io li conosco, ci sono abituato».

 ??  ?? Il confronto
Il governator­e della Regione Lombardia Attilio Fontana(lega), 67 anni, e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, 55
Il confronto Il governator­e della Regione Lombardia Attilio Fontana(lega), 67 anni, e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, 55
 ??  ??
 ??  ?? Ministro Francesco Boccia (Pd), 52 anni, guida gli Affari regionali
Ministro Francesco Boccia (Pd), 52 anni, guida gli Affari regionali

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy