La webcam di Bertolaso sul cantiere della Fiera
Una webcam puntata 24 ore sul cantiere, per mostrare in tempo reale l’avanzamento dei lavori per la costruzione dell’ospedale alla Fiera di Milano, al Portello. Le immagini saranno visibili su ospedalefieramilano.it. «Ritengo sia fondamentale per prendere piena consapevolezza della situazione», spiega Guido Bertolaso, consulente del governatore lombardo Fontana per la costruzione della struttura.
Richiesta che ho avanzato anche al presidente della Regione Fontana».
Milano e Bergamo avranno un ospedale da campo. Perché non Brescia?
«Ne ho parlato con Conte. Garantiremo una prospettiva di medio termine al nostro sistema sanitario».
C’è stato qualche ritardo nella macchina della prevenzione? Di chi è la colpa?
«A fine febbraio nessuno aveva percepito la gravità di questa epidemia ma dai primi di marzo il quadro per noi sindaci lombardi era chiaro. E infatti da giorni chiediamo provvedimenti più mirati».
Cerved stima per il Bresciano danni economici da 25 miliardi. Che aiuti economici ha promesso il governo?
«Servono misure straordinarie, l’ho ribadito a Conte e al viceministro Misiani. Se non riparte Brescia e la Lombardia non riparte più il Paese. Le misure del Cura Italia sono piccoli palliativi. E servono risorse ai Comuni, per garantire i servizi».
Nel Bresciano i contagi sono oltre 5mila. Come se lo spiega? Crede all’ipotesi del virus mutato? O alle polveri fini vettori dell’epidemia?
«Non ho ancora trovato chiavi di lettura convincenti. La scienza si dimostra ancora balbettante su troppi aspetti di questo virus. Spero solo che il nostro sacrificio serva ad avere risposte, cure. E un vaccino».
Anche Brescia non sa più dove mettere i feretri. Sarà necessario il loro trasferimento in altre province con i camion dell’esercito?
«Spero di no. Ma vedere così tante bare affiancate una all’altra nella chiesa del cimitero Vantiniano è sconvolgente. Sono nonni, padri, madri che non hanno potuto avere l’ultimo saluto dei loro cari. Questo dolore ci cambierà per sempre. Dopo il coronavirus ci sarà un’altra antropologia, un’altra generazione».
Lei come sta?
«Tento di non perdere la lucidità e la determinazione, nonostante il dolore. Devo continuare a lavorare per garantire un futuro a questa città. Anche in guerra non perdevano la speranza nel futuro. Noi siamo in guerra».