In un giorno 793 vittime. I malati: 42.681
Ieri ci sono stati anche 943 guariti per un totale di 6.072 Il ringraziamento della Protezione civile ai medici che parteciperanno a una task force per le zone di crisi
Nel weekend più drammatico che il Paese sta attraversando dall’inizio dell’epidemia, la Protezione civile ha registrato 793 nuovi decessi (546 solo in Lombardia), un «numero molto importante ma che, voglio ricordare — ha detto il capo del Dipartimento Angelo Borrelli — considera tutti i deceduti con anche il coronavirus». Lo conferma il presidente dell’istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro,
«noi conteggiamo tutti i morti positivi, ma solo dopo aver esaminato le cartelle cliniche possiamo dire se sono deceduti per il Covid-19 o con un quadro clinico già grave a cui si è aggiunto il virus».
Dall’inizio dell’epidemia sono morte 4.825 persone «con anche» il coronavirus. Continua a crescere il numero dei nuovi contagi, sono 4.821 per un totale di 42.681 persone attualmente positive al tampone, di cui 22.116 in isolamento domiciliare, 2.857 in terapia intensiva, il 7 per cento di tutti i positivi. A oggi i casi totali sono 53.578. Crescono i guariti, sono 943 per un totale di 6.072.
Centinaia sono i medici che hanno aderito alla task force sanitaria della Protezione civile. «Li ringrazio tutti — ha detto Borrelli —. Presto saranno inviati a supporto degli ospedali lombardi».
A proposito delle misure di contenimento, Borrelli ha espresso una sua «personale opinione» sugli orari dei supermercati. Da quando la chiusura è stata anticipata infatti, c’è più gente per strada. «Per evitare gli assembramenti — ha detto — penso che se l’orario dei supermercati fosse più lungo si ridurrebbe la concentrazione delle persone, quindi code e disagi».
Le previsioni
L’iss: «L’efficacia delle misure restrittive? La prossima settimana ne sapremo di più»
Inoltre, continua, sarebbe auspicabile «avere una uniformità di comportamento. Ogni cittadino, dalle Alpi alla Sicilia, deve sapere che per andare a fare la spesa ci sono degli orari, siano essi più lunghi o più corti. Credo dunque che misure uniformi rendano a tutti più agevole la vita».
«Indispensabile è il distanziamento — conferma Brusaferro —. La riduzione drastica del contagio a Codogno e nelle ex zone rosse ci dà ragione di ritenere che l’estensione di misure restrittive possa farci arrivare a un valore sotto l’1 per cento. La prossima settimana ne sapremo di più».
Avremo presto un vaccino? «Non tra un mese — risponde il presidente dell’iss —. Ma a fine anno forse sarà possibile. Il che significa averlo testato e reso disponibile in milioni di dosi».