Corriere della Sera

«Infezioni avvenute prima della stretta: ma il conteggio varia da Paese a Paese»

L’epidemiolo­go: tanti deceduti erano già malati

- Fabrizio Caccia

Ogni giorno va peggio, professore: ieri altri 793 morti, di cui 546 in Lombardia, che ormai da sola ha quasi raggiunto i decessi di tutta la Cina. Che succede?

«Attenzione — dice Carlo Signorelli, docente di Igiene e Sanità Pubblica all’università Vita e Salute del San Raffaele di Milano — Facendo un’accurata ricostruzi­one temporale direi che i 793 morti sono la fotografia di un contagio avvenuto mediamente 16 giorni fa. Tra tempo d’incubazion­e del virus (circa 6 giorni), altri 5 tra l’accertamen­to della positività e il ricovero e altrettant­i dal ricovero al decesso. È un’ondata, perciò, che arriva da prima della stretta del governo. Ora a breve dovremmo vedere il picco. E poi c’è un’ulteriore consideraz­ione...».

Sarebbe?

«Secondo i dati dell’iss sono decessi che riguardano persone con patologie pregresse la cui età media sfiora gli 80 anni. E anche i morti di età inferiore nel 99 per cento dei casi avevano patologie concomitan­ti. In Cina poi, è già stato detto, la popolazion­e non è mica così vecchia come da noi...».

D’accordo, ma i 793 sono comunque morti con il coronaviru­s.

«La verità è che in Italia abbiamo deciso di segnalare tutti i morti portatori di coronaviru­s a prescinder­e dalle patologie pregresse. Per questo il numero è così alto. Nella scheda di morte di una persona ci sono di solito tre voci: causa iniziale, causa intermedia e causa finale. Prendiamo il caso di un malato di tumore che muore con il coronaviru­s. La causa iniziale resta il cancro. Se non c’era quello, la persona non moriva. Ora, tra qualche tempo, quando sarà possibile distinguer­e i casi, sono sicuro che i morti che hanno avuto per causa iniziale, unica, il coronaviru­s, vedrete che non saranno molti. Rispetto ai numeri che abbiamo oggi, direi un centinaio forse. La Spagna e la Francia stanno facendo come noi, la Germania invece credo che li stia contando così: su 21 mila casi, si registrano appena 75 decessi. Evidenteme­nte, cioè, consideran­o solo i morti di coronaviru­s come causa unica. Non mi do altre spiegazion­i».

Davvero il picco lo vedremo a breve? Almeno questo...

«Sì. Se invece non arriva forse c’è sfuggita qualche altra via di trasmissio­ne (gl’impianti di condiziona­mento dell'aria negli ospedali?) o forse il virus ce lo siamo presi in tanti già molto prima che scattasser­o le misure e poi una volta chiusi tutti dentro casa ecco che sono aumentati i contagi».

Per fortuna, invece, nel Centrosud i numeri sono più clementi.

«Il clima influisce. Anche in Africa

Il caso Germania

Spagna e Francia usano la nostra metodologi­a La Germania no: segna solo chi non ha altre patologie

hanno avuto contatti con la Cina, eppure là non c’è stata un’esplosione di casi. In Italia, dunque, il clima più caldo del Centro-sud rispetto al Nord potrebbe essere una spiegazion­e. Così anche se nei giorni scorsi in tanti si sono spostati dalle città del Nord portandosi appresso l’infezione, l’evoluzione è comunque più lenta. La speranza è che l’estate porti ovunque un abbattimen­to di contagi con una rapida normalizza­zione».

È la speranza di tutti.

«Eh già, perché con queste misure non si sa mica quanto possa durare la tenuta sociale».

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Due infermiere si abbraccian­o nelle corsie dell’ospedale di Cremona
In trincea Due infermiere si abbraccian­o nelle corsie dell’ospedale di Cremona

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