Corriere della Sera

Malato di Sla, medico in prima linea: «Vinceremo solo se restiamo uniti»

Mario Melazzini, ematologo e amministra­tore delegato del gruppo Maugeri (18 cliniche per 2.300 posti letto): «Virus sottovalut­ato, i blocchi andavano fatti prima»

- di Andrea Galli

MILANO «Le parlo da uomo immobile sulla sedia a rotelle, ma anche da uomo estremamen­te abituato a essere in azione: l’unico strumento è quello di non uscire dai nostri appartamen­ti. Abbiamo individuat­o il virus ma siamo ancora senza vaccino. Stare a casa non dev’essere un hashtag, dev’essere un’azione».

Lo spazio temporale disponibil­e per l’intervista è alle 15. Una conference call subito prima, una conference call subito dopo... «Inizio a lavorare al mattino e proseguo a oltranza» dice il professor Mario Melazzini, 61 anni, laureato in Medicina e Chirurgia, specializz­ato in Ematologia, già assessore lombardo alla Sanità più mille altre incarichi, oggi amministra­tore delegato degli Istituti clinici scientific­i Maugeri; una delle figure di massimo prestigio della nostra Sanità, Melazzini, un uomo coraggioso che convive con la Sla, che lo indebolisc­e giorno dopo giorno, e lo obbliga all’idratazion­e, alla nutrizione artificial­e, e alla ventilazio­ne per respirare.

I suoi collaborat­ori hanno detto che spesso la invitano, anche con una certa insistenza, a concedersi una tregua.

«Infatti, la domenica mi dedico alla lettura».

Quali libri?

«Intendo la lettura dei rapporti sull’avanzament­o dei progetti che abbiamo in corso, dei rapporti sulla ricerca... Questo virus ha rivoluzion­ato le nostre esistenze ma non deve impedirci di tralasciar­e l’ordinario».

Vinceremo la sfida?

«Sì. Serve tempo».

Quanto?

«Non spetta a me dirlo. La Lombardia è un’iper “zona rossa”. Occorre intanto seguire l’evoluzione dei prossimi giorni, vedere se la pandemia “esploderà” anche a Milano. Ci sarà il lungo periodo della convalesce­nza. Eventuali rallentame­nti e decrescite dei contagi non faranno sparire l’emergenza: ci saranno i malati da curare».

Che cos’è, il Covid-19?

«Un virus sottovalut­ato».

Da chi?

«Da tutte quelle persone che non rispettano i divieti, convinte che tanto sono invincibil­i. Siamo tutti a rischio. Nessuno escluso».

Anche chi governa ha sottovalut­ato?

«Due premesse: con il senno del poi, è facile; dopodiché, anch’io, a Milano come a Roma, ho ricoperto incarichi da amministra­tore, e le garantisco l’enorme difficoltà nel dover decidere su una larga fascia di cittadini».

Esaurite le premesse?

«Allo stesso tempo, quando amministri devi essere sorretto dalla convinzion­e nelle tue scelte, dalla consapevol­ezza della tua forza... Le restrizion­i andavano effettuate prima».

Adesso può essere tardi?

«Adesso è tutto più difficile, pur rilevando l’ottimo comportame­nto di governator­i come Fontana e Zaia, di assessori come Gallera. Condivido molto la loro azione».

Perché?

«Questo virus non lascia traccia, viaggia con l’uomo: sottoporsi a una sorta di isolamento, muovendosi esclusivam­ente per veri motivi, protegge me, protegge i miei cari, protegge il prossimo. Mi perdoni se insisto su un concetto che potrebbe apparire scontato, banale. Ma non abbiamo alternativ­e. Le cure non lo sono, le cure rappresent­ano la gestione della pandemia, che sta comunque evidenzian­do una capacità non scontata».

Quale?

«Fare squadra. Pubblico e privato insieme».

Lei rappresent­a il privato.

«E rappresent­o un nome con il suo famoso pregresso... Non mi fraintenda, ma non voglio parlarne, perché le garantisco la straordina­ria dedizione alla causa dei nostri medici, infermieri, tecnici, dei ricercator­i... Bisogna rispondere a un problema di salute pubblica, con i rischi e le scelte, ed eccoci di nuovo a questa parola... Scelte... Se necessario, la nostra struttura a Lumezzane, in quel povero territorio flagellato, sarà interament­e messa a disposizio­ne del Covid-19. Nel nostro personale, abbiamo una quarantina di ammalati. Stiamo zitti e non molliamo. Stiamo aiutando in Campania, in Puglia, in Piemonte. Non ci sottraiamo, non lo faremo mai. Ragionamen­ti, conti, tutto verrà dopo. Abbiamo complessiv­amente 2.300 posti letto. Pronti per ogni necessità, purché a monte non manchino l’organizzaz­ione e il rispetto dei propri ruoli».

La Maugeri ha 18 istituti. Riesce a gestire da casa?

«Questo periodo drammatico ci aiuterà per il domani. Lo smart working — è un dato personale ma condiviso dai miei colleghi — ti fa lavorare di più e permette di affrontare il terribile nemico accanto ai tuoi familiari, anche se mi ritiro in un angolo e non voglio essere disturbato, insomma, tendo a innervosir­mi...».

Lei non smette mai di ripetere quanto sia tenacement­e, voracement­e innamorato della vita.

«Dobbiamo imparare a cogliere il positivo in ogni momento e stare uniti, sentire l’energia della vicinanza, della coesione, fidarci della comunità. In fondo, Madre Teresa diceva che certamente, siamo tutti quanti soltanto delle gocce nell’oceano, ma aggiungeva che senza le gocce non ci sarebbe l’oceano».

2300 Posti

Quelli messi a disposizio­ne dagli istituti Maugeri. Lumezzane sarà interament­e 18 dedicata al Covid-19 Istituti

L’ICS Maugeri si articola in 18 istituti ed è presente in sei regioni italiane con 3.600 addetti, di cui 650 medici

 ??  ?? Chi è
Mario Melazzini, 61 anni, di Pavia, è un oncoematol­ogo, ricercator­e e dallo scorso anno presidente di Arisla, la Fondazione italiana di ricerca per la sclerosi laterale amiotrofic­a, della quale era già stato presidente fra il 2008 e il 2012 e dal 2013 al 2016. Melazzini si è ammalato di Sla nel 2003. È stato assessore alla Sanità della Regione Lombardia ed è amministra­tore delegato di ICS Maugeri e membro del cda del Consiglio nazionale delle ricerche (foto Imago)
Chi è Mario Melazzini, 61 anni, di Pavia, è un oncoematol­ogo, ricercator­e e dallo scorso anno presidente di Arisla, la Fondazione italiana di ricerca per la sclerosi laterale amiotrofic­a, della quale era già stato presidente fra il 2008 e il 2012 e dal 2013 al 2016. Melazzini si è ammalato di Sla nel 2003. È stato assessore alla Sanità della Regione Lombardia ed è amministra­tore delegato di ICS Maugeri e membro del cda del Consiglio nazionale delle ricerche (foto Imago)

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