Medici in rivolta C’è chi denuncia il premier
Anome del collettivo «C19» che raggruppa oltre 600 colleghi, tre medici francesi hanno denunciato il primo ministro Edouard Philippe e l’ex ministra della Sanità, Agnès Buzyn, per avere evitato «volontariamente di prendere misure che avrebbero permesso di affrontare il pericolo per la sicurezza dei cittadini». La denuncia di Philippe Naccache, Emmanuel Sarrazin e Ludovic Toro si basa sulle dichiarazioni di Agnès Buzyn, candidata a sindaco di Parigi alle elezioni municipali del 15 marzo, che dopo essere arrivata solo terza si è sfogata con una giornalista di Le Monde definendo le elezioni «una buffonata», e raccontando di avere avvisato per tempo il premier Philippe dell’epidemia in arrivo e che sarebbe stato necessario annullare il voto. Sulla denuncia dei tre medici sarà chiamata a pronunciarsi la Cour de justice de la République, l’organismo che giudica sugli atti dei ministri nell’esercizio delle loro funzioni. È un momento molto delicato per il governo francese: da una parte il presidente Emmanuel Macron ha chiesto e in parte ottenuto una «unità nazionale» contro l’epidemia, dall’altra sono sempre più evidenti le mancanze dell’affrontare l’emergenza. Quando ormai il virus faceva centinaia di morti in Italia, le autorità politiche hanno temporeggiato, dando l’impressione di avere come primo obiettivo quello di rassicurare i cittadini. Adesso che i morti sono centinaia anche in Francia, che gli ospedali dell’alsazia sono allo stremo, i pazienti vengono trasferiti dall’aviazione militare verso Sud, e si teme l’arrivo di una ondata catastrofica di casi a Parigi, infuriano le polemiche per l’assenza di beni di prima necessità in questa situazione: guanti e mascherine, che mancano ai francesi positivi al test del coronavirus ma anche a medici e infermieri.