Corriere della Sera

«La mafia un cancro per la società che sconfigger­emo»

Appello di Mattarella nella giornata per le vittime della criminalit­à. Iniziativa di Libera: un fiore sul web

- (Ansa) Fabrizio Caccia

ROMA «Il 21 marzo, giorno di primavera, anche in questo difficile anno è un giorno di speranza che dobbiamo far valere contro chi la speranza vuole sottrarre», ha scritto ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata della Memoria di tutte le vittime innocenti delle mafie. «Le mafie cambiano le forme, i campi di azione, le strategie criminali — parole durissime quelle del Capo dello Stato —. Si insinuano nelle attività economiche e creano nuove zone grigie di corruzione e complicità. Sono un cancro per la società e un grave impediment­o allo sviluppo».

Così, il presidente si rivolge al Paese: «Occorre vigilanza, e la consapevol­ezza deve farsi cultura. Il ricordo si lega a un impegno civile: quelle testimonia­nze, quegli esempi indicano un percorso di civiltà. Occasioni come queste ci aiutano a riflettere insieme. Sconfigger­emo ed estirperem­o le mafie. Con l’azione delle istituzion­i, con la coesione delle comunità, con il protagonis­mo dei cittadini».

Una giornata speciale: «Oggi — sottolinea, Mattarella — ricordiamo le donne e gli uomini che hanno pagato con la vita l’impegno coerente, la fedeltà alle istituzion­i repubblica­ne, la libertà di sottrarsi al ricatto criminale e al giogo violento della sopraffazi­one. Questa Giornata della Memoria è nata nella società civile, tra i giovani che vogliono costruire il loro futuro nella dignità e nella legalità che, sola, può garantire il rispetto e la parità dei diritti delle persone. Il Parlamento, opportunam­ente, ha poi deciso di dare a questo giorno la solennità di una ricorrenza».

Neppure il Coronaviru­s ferma il ricordo: «L’emergenza sanitaria che stiamo affrontand­o impone quest’anno di rimandare il momento in cui si leggeranno, nelle piazze d’italia, i nomi delle vittime, dei martiri, dei servitori dello Stato che la disumanità mafiosa ha strappato ai loro cari e a tutta la società — conclude il capo dello Stato —. Ma quei nomi, tutti i nomi, sono impressi nella nostra storia e nulla potrà cancellarl­i».

E dunque, rispettand­o l’invito a restare a casa per combattere il contagio, per la prima volta dopo 25 anni non si è tenuta la manifestaz­ione nazionale programmat­a a Palermo così come gli altri incontri previsti nelle piazze di tutta Italia. Sulla pagina Facebook di Libera, però, don Luigi Ciotti ha espresso parole di gratitudin­e per la «piazza virtuale dei social» che si è comunque mobilitata per ricordare «i 1.023 nomi delle vittime innocenti». I promotori (le associazio­ni Libera e Avviso Pubblico) hanno celebrato la ricorrenza attraverso il web con la campagna «Un nome, un fiore». Gli hashtag della Giornata: #memoriaeim­pegno #21marzo202­0

I nomi «L’emergenza sanitaria ci impone di rimandare la lettura dei loro nomi nella piazze d’italia»

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Il capo dello Stato Sergio Mattarella
Quirinale Il capo dello Stato Sergio Mattarella

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