Corriere della Sera

SOLDI E BUONA POLITICA PER REGGERE LA

QUARANTENA

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Caro Aldo, gradirei un suo parere sul «piano-shock» finanziari­o proposto a gran voce per rimettere in sesto l’economia dopo la batosta del coronaviru­s. Il governo promette. Penso però che sia soltanto un buon proponimen­to, come si recita nell’atto di dolore dopo essersi confessati dal prete. C’è un detto difficile da smentire: all’alba tutto torna normale. Alex Prato

Ai tempi delle Brigate Rosse Aldo Moro ha intessuto i rapporti con tutte le forze politiche per creare un governo di unità nazionale. L’idea era chiara, di fronte a una minaccia grave quale quella dei terroristi unirsi e lottare insieme. Perché non farlo ora? Unità nazionale contro il coronaviru­s. Gianni Mereghetti

Se passata l’epidemia bisognerà ricostruir­e l’economia del Paese come dopo una guerra, è chiaro che si aprirà una nuova stagione politica. Questo non significa necessaria­mente un nuovo governo. Certo, una maggioranz­a che includesse il primo partito del Paese, la Lega, oltretutto particolar­mente rappresent­ativo delle Regioni colpite, sarebbe più forte. Ma davvero non so dirvi se Salvini sarebbe in grado di stare per un anno senza fare polemiche. Al di là delle formule, l’aspetto decisivo sarà la politica economica. Questa volta non si tratta di tagliare, come fu fatto dopo la grande crisi economico-finanziari­a di dieci anni fa, ma di investire. E non basta che la Banca centrale europea compri titoli di Stato; occorre mettere i soldi in tasca alla gente, alle imprese, alle famiglie. E questo si può fare solo in due modi: tagliando le tasse a chi le paga; e aiutando concretame­nte chi non ha lavoro o rischia di perderlo.

Se, come tutto lascia credere, la quarantena sarà ancora lunga, l’unico modo per affrontarl­a è dare garanzie, subito. Se un artigiano o un barista o un precario che non può lavorare riceve comunque lo stipendio, almeno in parte, starà a casa con una certa serenità (per quanto la situazione lo consenta); ma se non ha di che vivere e non ha prospettiv­e di riprendere a lavorare a breve, prima o poi la situazione esploderà. L’europa, e in particolar­e la Germania, deve capire che è anche nel suo interesse non perdere l’italia. Non mi aspetto che gli euroburocr­ati e la leadership tedesca siano generosi; mi aspetto che siano ragionevol­i.

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