Corriere della Sera

«Noi, distributo­ri di giornali, in prima linea»

- Stefano Ferrario, Busto Arsizio stefano.ferrario@agenzieriu­nite.it

Caro Aldo, la ringrazio di aver citato anche i distributo­ri oltre alle edicole; non era scontato perché facciamo «una vita da mediano», ma siamo una filiera efficienti­ssima che avrebbe potenziali­tà straordina­rie se solo fosse più coesa. Tutti insieme saremmo una forza e invece incarniamo il vizio italiano dell’ognuno per sé e così ci indeboliam­o rispetto ad altri colossi della logistica. In questo momento i quotidiani in edicola hanno avuto un’inversione di tendenza e si vendono di più; forse perché si sente più bisogno di informazio­ne. Ho apprezzato il servizio di consegna gratuita del quotidiano a domicilio attivato da qualche editore in questi giorni, un segno di solidariet­à e di senso civico. Per quanto riguarda le edicole, se messe in condizioni di sostenere la trasformaz­ione potrebbero giocare un ruolo importante nel collegamen­to tra editoria e pubblico, nella logistica quotidiana di una città nel suo tessuto sociale; non in opposizion­e a ciò che avviene sul web, ma come interfacci­a tra il mondo on line e il mondo off line (di cui proprio ora si sta dimostrand­o che l’uomo abbia necessità). In questi giorni pochissimi edicolanti e addetti al mondo della distribuzi­one si sono sottratti al compito di contribuir­e a dare un servizio fondamenta­le come l’informazio­ne. Mi auguro che, quando tutto questo sarà finito, non ci dimentiche­remo che la tradizione della grande stampa e della filiera — dagli editori al lettore — è un simbolo di cultura e di libertà che si deve proteggere.

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