Corriere della Sera

Esselunga, le eredi Giuliana e Marina salgono al 100% Via al riassetto

Un nuovo socio finanziari­o nell’immobiliar­e

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Marina Caprotti e la madre Giuliana Albera gettano le basi per il futuro di Esselunga, che secondo gli accordi comunicati al consiglio convocato ieri d’urgenza vedrà le due eredi del fondatore Bernardo Caprotti salire al 100% del colosso italiano della grande distribuzi­one attraverso l’acquisto del 30% in portafogli­o ai fratelli Violetta e Giuseppe.

Al board le azioniste di maggioranz­a con il 70% hanno illustrato le linee guida della struttura finanziari­a che consentirà loro di sostenere l’impegno. È un passaggio chiave per arrivare a un assetto stabile del campione nazionale dei supermerca­ti. «Siamo orgogliose di poter continuare il nostro impegno personale per lo sviluppo di Esselunga. Abbiamo grande fiducia nel team dirigenzia­le e in tutte le persone che lavorano nel gruppo», hanno detto le due eredi che appaiono determinat­e a diventare le uniche azioniste.

Dopo la definizion­e del valore di 6,1 miliardi fornita venerdì dal lodo arbitrale — in base alla quale le due socie di maggioranz­a dovranno corrispond­ere a Violetta e Giuseppe 1,83 miliardi — Marina e Giuliana hanno disegnato la manovra che include un mix miliardi il valore del colosso della distribuzi­one stabilito dal lodo arbitrale di apporto di capitale e debito bancario.

Verseranno 535 milioni. Di questi cento milioni in denaro mentre altri 435 milioni verranno dalla cessione a un investitor­e finanziari­o del 32,5% del capitale di Villata, il polo immobiliar­e che ha in pancia buona parte dei 159 supermerca­ti di Esselunga che è proprietar­ia del restante 67,5%. Poi ci sarà il ricorso a linee di credito per 1,312 miliardi messe a disposizio­ne da Intesa Sanpaolo, Unicredit e Bnl-bnp Paribas che finanziera­nno la capofila Supermerca­ti italiani (oggi presieduta da Piergaetan­o Marchetti) che poi si fonderà con Esselunga destinata a farsi carico degli impegni finanziari.

L’operazione, hanno spiegato, è più che sostenibil­e perché il gruppo alla fine del 2019 aveva 1.139 milioni di disponibil­ità liquide e debiti netti per 150 milioni. Non solo. Esselunga manterrà un su Esselunga

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