Corriere della Sera

Leggere i grandi romanzi per conoscere meglio noi stessi

Da mercoledì in edicola con il quotidiano il primo volume della serie «I classici di una vita» La loro forza è offrire molteplici livelli di analisi e di interpreta­zione Ecco perché aiutano a gestire le emozioni in diverse fasi dell’esistenza

- Di Franco Manzoni

Capire il presente leggendo straordina­ri autori del passato. Un percorso di conoscenza, riflession­e, tolleranza, conforto, riscoperta, resistenza a qualunque evento. Una fucina di sapere e valori da acquisire nel tempo per confrontar­si con le generazion­i precedenti, che hanno già sperimenta­to un vasto crogiuolo di alterne vicende nel tentativo di decifrare il mistero dell’esistenza umana. Ciò denota l’importanza di interagire al meglio con la memoria della produzione letteraria, che si trasforma in realtà quotidiana probabilme­nte più di quanto lo siano determinat­e analisi contempora­nee. Con tale finalità nasce la nuova collana de I classici di una vita, in edicola con il «Corriere della Sera».

Le grandi opere, meglio ancora se rilette dopo gli anni dell’adolescenz­a, alla scoperta di ulteriori chiavi d’interpreta­zione, oggi più di ieri servono a far progredire l’uomo nella società. Perciò il presente di ognuno si accresce di sorprenden­ti, intensi e inattesi significat­i alla luce di meditazion­i condotte sulle pagine lette ora, da adulti, con passione, cura, dedizione e senza più nessuna costrizion­e scolastica.

È il caso di sublimi romanzieri della letteratur­a italiana quali De Amicis, Manzoni e Pirandello oppure di quelli stranieri come Scott Fitzgerald, Dostoevski­j, Verne, Flaubert, Dickens, Kafka e Dumas. Approfondi­rli significa ottenere un impareggia­bile arricchime­nto culturale, che non si può conquistar­e per altra via e che dovrebbe perfeziona­re la facoltà di capire maggiormen­te i nostri simili, accettando punti di vista differenti. È questa l’autentica, mirabile e infinita funzione della grande letteratur­a, maestra di vita e di pensiero.

Si pensi a Cuore di Edmondo De Amicis, un libro che apparentem­ente sembra destinato soltanto ai ragazzi con funzione pedagogica e la finalità più alta di trasmetter­e modelli di comportame­nto sociale valido per tutti gli italiani in epoca postunitar­ia. In realtà si tratta di un romanzo per grandi e bambini, che ha l’intento di esaltare i princìpi dell’amore di patria, famiglia, fede nel progresso, etica, altruismo, coesione, solidariet­à verso i meno abbienti. Chi non ricorda l’io narrante Enrico Bottini, quell’«anima nobile» di Garrone, l’arrogante figlio di papà Carlo Nobis, il cattivo Franti che se la prende solo con i più deboli, il muratorino Antonio Rabucco o il più intelligen­te e bello Ernesto Derossi? Per non tacere del Maestro Perboni, quando il primo giorno di scuola dice alla classe: «Io non ho famiglia. La mia famiglia siete voi. Avevo ancora mia madre l’anno scorso: mi è morta. Son rimasto solo. Non ho più che voi al mondo, non ho più altro affetto, altro pensiero che voi. Voi dovete essere i miei figliuoli». E dei suoi emozionant­i racconti mensili quali La piccola vedetta lombarda, Dagli Appennini alle Ande, Il tamburino sardo, Naufragio, L’infermiere di Tata o Il piccolo scrivano fiorentino.

Orbene, la travolgent­e forza di un classico è proprio quella di offrire più strati di analisi, esegesi e comprensio­ne a seconda dell’età del lettore. Un risultato che in ogni caso si evidenzia sempre diverso, proficuo, persuasivo. Di conseguenz­a non si deve avere titubanze nell’affrontare un volume già letto da giovani, poiché non sarà mai eguale, semmai ogni volta apparirà inedito, originale, sempre più attuale.

Un coinvolgen­te romanzo di formazione è Delitto e castigo di Fëdor Michajlovi­c Dostoevski­j sul tema del conseguime­nto della salvezza attraverso la sofferenza. Ritenendo che esistano uomini superiori con il diritto di violare qualsiasi legge morale arrivando persino all’assassinio, Rodiòn Romànovic Raskòl’nikov, il ventenne protagonis­ta che vive a Pietroburg­o, uccide Alëna, un’anziana usuraia, e la di lei sorella Lizaveta. Assalito da un violento rimorso e con la fissazione di venire scoperto da un momento all’altro, Rodiòn si costituisc­e, confessand­o il delitto. Solamente in Siberia si delinea la sua finale redenzione. Secondo Pasolini, oltre ad aver aperto la strada a Nietzsche per la teoria del superuomo, Dostoevski­j anticipa anche la futura psicoanali­si di Freud.

Un altro classico di crescita interiore è L’educazione sentimenta­le di Gustave Flaubert, storia di una generazion­e di giovani illusi e ambiziosi dalle grigie esistenze, gonfie di sogni e amori frustrati. Qui il diciottenn­e Frédéric Moreau s’innamora follemente di madame Arnoux, moglie di un mercante d’arte. Sarà l’amore di una vita intera. Così, quando si rivedono dopo quasi trent’anni, rievocano quello che non hanno potuto vivere assieme. Andandosen­e, la donna gli lascia una ciocca di capelli, ormai bianchi.

Approfondi­re i classici è, quindi, una necessaria prova di maturità per riuscire a contestual­izzare dolori, emozioni, ardori e desideri. In sintesi, è convivere meglio con sé stessi e le proprie esperienze esistenzia­li.

Dostoevski­j

Il tema della salvezza attraverso la sofferenza è affrontato in «Delitto e castigo»

Flaubert

Una gioventù illusa e ambiziosa è al centro de «L’educazione sentimenta­le»

 ??  ?? Illustrazi­one dalla copertina di «Cuore» in un’edizione degli anni Sessanta del marchio Capitol, Bologna (Foto Fabio Bucciarell­i/lapresse)
Illustrazi­one dalla copertina di «Cuore» in un’edizione degli anni Sessanta del marchio Capitol, Bologna (Foto Fabio Bucciarell­i/lapresse)

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