Corriere della Sera

Milano, oltre 1.800 malati sfuggiti alle statistich­e

La verifica dei medici attraverso un portale I pazienti a casa saranno dotati di un saturimetr­o ma anche seguiti con telefonate quotidiane

- di Simona Ravizza

Nel giro di 48 ore i medici di base di Milano sono riusciti a intercetta­re 1.800 malati con sintomi Covid-19 da mettere in quarantena. È il risultato della nuova strategia adottata contro il coronaviru­s: isolare i possibili positivi. «I pazienti con sintomatol­ogia simil influenzal­e, di cui non è nota l’eventuale positività, devono essere considerat­i come sospetti casi Covid-19» dice la Regione. E d’ora in avanti i dottori di famiglia dovranno seguirli ancora più da vicino e, di fatto, mapparli.

MILANO «Isolatevi, senza vedere i vostri familiari, anche se avete un semplice raffreddor­e e poche linee di febbre». Dietro l’appello dell’assessore alla Sanità Giulio Gallera c’è la nuova strategia di Regione Lombardia che ruota intorno a una consapevol­ezza: «I pazienti con sintomatol­ogia simil influenzal­e, di cui non è nota l’eventuale positività, devono essere considerat­i come sospetti casi Covid-19». Sono i malati nelle nostre case, finora sfuggiti alle statistich­e ufficiali e spesso arrivati in ospedale già in gravi condizioni. D’ora in avanti i medici di famiglia dovranno seguirli ancora più da vicino e, di fatto, mapparli. Il come è contenuto in una delibera approvata ieri dalla giunta di Attilio Fontana. La parola d’ordine è «sorveglian­za attiva» da attuare con telefonate quotidiane e soprattutt­o con il saturimetr­o per capire in tempo reale chi va in fame di ossigeno e, dunque, deve essere ricoverato di corsa in ospedale. Questo virus purtroppo è subdolo e le condizioni di respirazio­ne possono peggiorare all’improvviso. È ciò che deve essere evitato.

Il loro numero è sconosciut­o. Ma un’idea di quanti possono essere i pazienti coronaviru­s a domicilio — e dunque dell’importanza di occuparsen­e — arriva da Milano (e provincia). Nel giro di 48 ore i medici di base sono riusciti a intercetta­re 1.800 malati con sintomi Covid-19 da mettere in quarantena e sorvegliar­e in modo stringente. È il risultato dell’attivazion­e di un portale informatic­o messo a punto dall’epidemiolo­go dell’ats Milano Antonio Russo e avviato già venerdì, anticipand­o in accordo con Regione Lombardia il provvedime­nto di ieri, con l’obiettivo di essere il più veloce possibili nella città che in questo momento preoccupa maggiormen­te. È una chiamata alle armi dei dottori di famiglia: le storie di coloro che sono morti per stare vicino ai propri pazienti le conosciamo dai titoli di cronaca delle ultime settimane, ma non possono neppure essere tralasciat­e le numerose segnalazio­ni di cittadini che li consideran­o desapareci­dos. Morale: nel fine settimana il 60% dei medici milanesi apre il portale e contatta 5.500 pazienti, segnalando quasi 600 casi di malati con bisogni sociali (girati ai sindaci) e i 1.800 malati Covid-19 finora sommersi che dovranno essere monitorati, anche con l’invio di unità speciali di guardia medica. A questi pazienti saranno date indicazion­i su come comportars­i e — quando necessario — verrà fornito un saturimetr­o con le relative istruzioni d’uso e il contatto di riferiment­o per comunicare il proprio stato di salute.

Insomma: poche ore di ambulatori­o e solo su appuntamen­to, ma tutti attaccati al telefono (dalle 8 di mattina alle 8 di sera). Non solo per scovare e monitorare i malati. Ma anche per sorvegliar­e il rispetto della quarantena a aiutare gli anziani. Per capire il ruolo che d’ora in poi sono chiamati a svolgere i medici di famiglia vanno considerat­i i dati, spaventosi anche in una città come Milano dove l’incremento dei contagi tutto sommato non è ancora esploso (e speriamo non lo faccia): in poche settimane si sono svolte inchieste epidemiolo­giche per oltre 4.000 casi, mettendo in quarantena oltre 12 mila contatti stretti. Con numeri simili viene considerat­o impossibil­e fare sorveglian­za attiva, cioè chiamare e sentire come stanno tutti i contagiati e i contatti. È il motivo per cui la delibera della Regione assegna questo ruolo ai medici di medicina generale. Con un’epidemia di tali dimensioni va ampliata, e di molto, la rete di chi segue i pazienti. Per non farli sentire abbandonat­i a domicilio, ma anche perché siano seguiti sul piano clinico e rispettino le indicazion­i di isolamento. Per bloccare, anche così, la maledetta conta dei morti.

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Operai impegnati nel cantiere nella Fiera di Milano per allestire il nuovo ospedale
Al lavoro Operai impegnati nel cantiere nella Fiera di Milano per allestire il nuovo ospedale

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