Corriere della Sera

«Pallidi ma incoraggia­nti questi segnali di discesa Devono però consolidar­si»

Il matematico delle malattie infettive: una guerra lunga

- Di Margherita De Bac

ROMA «I segnali di discesa sono davvero pallidi, ma le misure per contenere l’epidemia sono state poderose, sebbene dilazionat­e nel tempo. Ora finalmente c’è il lockdown. Se vedremo un drastico calo nei prossimi 7-8 giorni saremo fortunati». Pietro Manfredi insegna all’università di Pisa, è modellista matematico delle malattie infettive.

«Bisogna fare una premessa. I dati messi a disposizio­ne dalla Protezione civile non sono molto dettagliat­i quindi le informazio­ni che riceviamo non sono di facile interpreta­zione».

Significa che non bisogna illudersi e la decrescita potrebbe essere un segnale illusorio?

«Al contrario. Dobbiamo essere fiduciosi e credere che questi piccoli, timidi cambiament­i diventino ancora più accentuati nei prossimi giorni quando davvero potremo cominciare a credere di uscirne fuori. D’altra parte con i tempi ci siamo».

Gli effetti delle misure

Ora c’è il lockdown. Se ci sarà una netta caduta nei prossimi 7-8 giorni saremo fortunati

Quali tempi?

«Le misure messe in campo sono molto efficaci ma non lo sono diventate davvero dal 5 marzo, data di chiusura delle scuole. Questo provvedime­nto ha tagliato soltanto una parte dei contatti a rischio. Il primo colpo all’epidemia è stato dato col secondo e terzo decreto, attorno al 12 e 19 marzo, col taglio degli altri contatti, ulteriore botta il 22. Il vero lockdown è adesso. Questa azione scaglionat­a ha fatto sì che l’intensità dei provvedime­nti sia stata progressiv­a ed ha spostato in avanti l’orologio. Quindi ci saremmo dovuti aspettare gli iniziali risultati non prima di 10-12 giorni, il tempo che passa dal contagio al contatto dei casi col sistema sanitario. Ci siamo. È il momento di cominciare a raccoglier­e. Noi italiani mettiamoce­la tutta. Ecco perché parlo di pallide evidenze».

Pallide e basta?

«Pallide e incoraggia­nti proprio perché supportate da misure robuste che però si realizzano completame­nte solo ora. I casi per scendere devono rallentare e c’è da augurarsi che stiamo attraversa­ndo questa fase».

In un articolo pubblicato su «Scienzainr­ete» scritto con Giampaolo Scalia e Stefania Salmaso, vi chiedete anche che succederà dopo, quando l’epidemia finirà.

«Tracciamo uno scenario ragionevol­e. Le misure avranno effetto, l’epidemia rallenterà, raggiunger­à il suo picco e poi si concluderà. Quasi. A quel punto sarà stata vinta una battaglia ma non la guerra, perché gran parte della popolazion­e sarà ancora suscettibi­le al virus e quindi al rischio di future reintroduz­ioni. Dunque bisognerà mantenere alta la sorveglian­za per identifica­re i casi e fermare le ulteriori catene di trasmissio­ne oltre a mettere in campo nuove misure».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy